di FABRIZIO OCCHIONERO Tra le casette del residence di Petacciato guardano il mare e pensano al giorno in cui sono saliti su un barcone dalle coste della Libia dopo un lungo viaggio nel deserto. Le donne sperano di poter riabbracciare i loro mariti e i bambini cercano il loro papà trasferiti in altre regioni.
Ora ci sono gli operatori della cooperativa Cosmo, la protezione civile e un mediatore culturale ad organizzare l’accoglienza. Le ragazze cercano un pettine, un accessorio, le piccole cose che fanno parte della nuova vita sulle colline del Molise. E qualcuno ha cercato pure di scappare.
I migranti sono una novantina, 72 donne e quindici bambini, tutti provenienti dall’Eritrea. Hanno incontrato anche il vescovo, Gianfranco De Luca, e l’assessore regionale alle Politiche sociali, Michele Petraroia. Un impegno per l’integrazione passa anche tra progetti di inclusione sociale e apprendimento mirato della lingua italiana, il tutto per far prevalere il concetto di solidarietà.
In una nota Petraroia ha ricordato che <<spetta al Ministero dell’Interno potenziare la vigilanza sul territorio interessato per garantire le attività economiche locali a partire dalle attività turistiche in vista della stagione estiva. Con senso di responsabilità e spirito di collaborazione – ha aggiunto – si può aprire un confronto tra le parti che tenga conto delle diverse esigenze e delle diverse posizioni con l’obiettivo di giungere ad una sintesi condivisa che non danneggi nessuno.
E’ indubbio – ha concluso Petraroia – che il modello emergenziale della gestione dei flussi dei rifugiati da parte del Ministero degli Interni è sbagliato, ma al momento più che alimentare le contrapposizioni è preferibile ricercare le soluzioni, per la semplice ragione che la responsabilità non può essere imputata ai profughi e ai migranti>>.



