di FABRIZIO OCCHIONERO Al telefono la chiamava <<immondizia>> e se dopo la prestazione non avvisava subito il suo padrone veniva minacciata di morte. Lei, costretta a prostituirsi lungo la Statale 16, vicino Campomarino nella zona tra Ramitelli e Nuova Cliternia.
Solo una delle ragazze che facevano parte del giro di prostituzione che da Rotello arrivava fino alla costa. A trattare <<sotto la soglia dell’umanità>> le giovani, come hanno spiegato gli stessi inquirenti, è stata una banda di bulgari.
In cinque, si tratta di quattro uomini e di una donna, sono finiti in manette all’alba dopo un blitz dei Carabinieri della Compagnia di Larino. Un’altra donna, forse fuggita all’estero, è ancora ricercata.
Le indagini, coordinate dal sostituto Luca Venturi, sono partite nel gennaio del 2013. Appostamenti e controlli in abiti civili dei militari e mezzi di copertura. Poi la denuncia di una delle ragazze che ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai Carabinieri.
Rapita a San Severo, derubata di tutto, violentata in gruppo e portata a Rotello in un tugurio da dove ogni giorno veniva costretta insieme alle altre a prostituirsi sulla Statale 16 appoggiandosi in un edificio abbandonato in contrada Lauretta.
I Carabinieri del nucleo operativo hanno effettuato anche numerose intercettazioni dalle quali è emerso per le ragazze uno stato di totale assoggettamento psicologico. Private dell’intero guadagno, fino a duecento euro al giorno, trattate come merce, una libertà solo teorica, minacce e pressioni, tanto da configurare – come evidenziato dal maggiore Alessandro Dominici – una vera e propria <<aggressione di genere>>.
Gli arrestati si trovano in carcere a Larino e Foggia in attesa dell’interrogatorio di garanzia. I reati contestati a vario titolo sono sfruttamento pluriaggravato e sfruttamento della prostituzione, rapina, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo.



