di FABRIZIO OCCHIONERO Fuggono da paesi in guerra e poverissimi per cercare in Italia e in Europa un futuro migliore. I viaggi della speranza a bordo dei barconi spesso finiscono in mezzo al mare e il canale di Sicilia è ormai diventato una tomba per migliaia di migranti senza nome. Quelli che invece sono riusciti a raggiungere le coste italiane o sono stati soccorsi vengono accolti in un Paese dove la questione dei profughi rappresenta sempre più un’emergenza nazionale. Ne hanno discusso a Roma gli assessori alle Politiche sociali di tutte le regioni che hanno incontrato i responsabili del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno per riorganizzare la rete e uscire dalla confusione degli ultimi mesi. Per la nostra regione ha partecipato il vicepresidente della Giunta, Michele Petraroia. “Il Molise – ha affermato – farà la sua parte per assicurare le tutele e i diritti a partire dalla cura all’apprendimento della lingua italiana esattamente come sta già in questo primo periodo grazie alle associazioni umanitarie e alle organizzazioni di volontariato”. E ai 18 Comuni destinatari dei progetti Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, si affianca il centro di prima accoglienza di San Giuliano di Puglia.Il sindaco Luigi Barbieri ha confermato la disponibilità nell’accogliere i profughi nel villaggio di legno costruito dopo il terremoto per ospitare gli sfollati ma ha chiesto delle garanzie alla Prefettura prima di firmare la convenzione. Quelle di ospitare solo famiglie con bambini e di limitare a meno di 500 immigrati i numeri dell’accoglienza per valutare l’impatto sociale rispetto a un paese di poco più di mille abitanti. Barbieri ha però chiesto al Governo maggiore sensibilità sul tema dei risarcimenti ai familiari delle vittime del crollo della scuola Jovine. Delle somme stabilite dalla sentenza definitiva è stata erogata solo una parte e più volte il Comune si era rivolto anche all’ex ministro Kyenge per chiudere la vicenda. “La nostra disponibilità nell’accogliere i rifugiati – ha concluso Barbieri – non è stata ancora ricambiata dallo Stato che non sta considerando i problemi del paese”.



