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giovedì, Maggio 15, 2025

Larino, consiglio comunale al calor bianco chieste le dimissioni dell’assessore Palmieri

AperturaLarino, consiglio comunale al calor bianco chieste le dimissioni dell’assessore Palmieri

Michele Mignogna

“Assessore Palmieri, ci tolga tutti dall’imbarazzo e si dimetta”, questa la richiesta che il consigliere di opposizione, Michele Urbano ha rivolto all’assessore Palmieri, reo a suo dire, di non difendere più l’ospedale frentano  che si avvia inesorabilmente alla chiusura. Il luogo è quello del consiglio comunale, che, come avviene ultimamente, divento un luogo di regolamenti di conti, tra maggioranza e opposizione e dove il Sindaco, Vincenzo Notarangelo, è chiamato più volte a gettare acqua sul fuoco, ma andiamo con ordine. L’apertura dei lavori è caratterizzato dall’annuncio del Presidente del consiglio, Michele Di Carlantonio e della sua vice, Rossella Mammarella, che hanno fatto sistemare un tavolo per la stampa e hanno annunciato che prossimamente sarà attivato un canale you tube, per seguire le sedute dell’Assise Civica. Poi si entra nel merito. Si parte dall’interrogazione presentata dall’opposizione in merito alla questione dell’istituto Agrario, a rispondere è stato il Sindaco, chiamato in causa anche da diversi interventi sulla stampa nelle scorse settimane, dicendo che non c’era nessun motivo per negare il permesso di costruire il nuove edificio in zona Cappuccini, ma aggiunge anche che ci sono margini di trattative tanto che nei prossimi giorni incontrerà il Presidente della Provincia De Matteis, “bene ha fatto la stampa – dice il Sindaco – a sollevare il problema, ma noi avevamo la situazione appena descritta per cui non potevamo fare altrimenti”. Per Michele Urbano la “risposta è soddisfacente, unico problema che magari il Sindaco avrebbe potuto informare prima i soggetti interessati”. Mentre sulla questione della selezione pubblica per un posto di responsabile dell’ufficio Urbanistica annullato dal TAR, è lo stesso Urbano a chiedere alla maggioranza di non procedere al ricorso al Consiglio di Stato, per non spendere ulteriori soldi dei cittadini, ma anzi, di procedere ad una nuova selezione seguendo le prescrizioni del Tribunale Amministrativo.

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