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giovedì, Aprile 25, 2024

Rifiuti tossici bruciati sulla costa. Provenivano dalla Puglia

AperturaRifiuti tossici bruciati sulla costa. Provenivano dalla Puglia

di GIOVANNI DI TOTA

In alcuni casi i rifiuti venivano subito incendiati. Nella terra dei fuochi accade ancora oggi, in altri i veleni erano tombati. Nel senso che i veleni finivano per lo più sotto metri e metri di terreno. I carabinieri del nucleo operativo ecologico di Bari e la direzione investigativa antimafia, hanno chiuso il cerchio attorno alla lista Schiavone.

Nell’operazione Black land hanno eseguito 14 ordini di cattura nel quadrilatero Puglia, Campania, Molise e Basilicata. Le zone, cioè, dove secondo quanto rivelò Carmine Schiavone alla commissione parlamentare d’inchiesta sul riciclo dei rifiuti, materiale di ogni tipo, tossico o radioattivo, è stato nascosto.

Rivelazioni rimaste segrete dal 7 ottobre 1997, quando il boss pentito del clan di Casal di Principe, cugino di Sandokan, mise tra le mani dei parlamentari della commissione una lista di nomi e di siti, dove andare a cercare i fusti che la cosiddetta ecomafia campana gestiva tra complicità e connivenze. Uno degli arrestati di oggi figura tra i nomi indicati allora da Schiavone.

Poco più in là del confine con la Puglia, nel foggiano, le indagini condotte con rilevazioni satellitari e telecamere a infrarossi, hanno documentato l’interramento di rifiuti non trattati, derivanti da un enorme cratere presente su un terreno agricolo di Ordona, in provincia di Foggia. Appena un mese fa, gli agenti dalla forestale del Basso Molise, a Campomarino hanno intercettato un camion che aveva appena scaricato rifiuti in un’oasi protetta, a poche centinaia di metri dalla costa, a cui stavano dando fuoco. L’episodio è collegato all’operazione che si è conclusa con i 14 arresti e il sequestro di 25 milioni di euro, tra aziende, stabilimenti, camion e discariche abusive. Tutto riconducibile al fiduciario foggiano dei clan, che attorno ai rifiuti aveva creato un affare milionario. In Molise non hanno dato alcun esito, finora, le indagini condotte anche con i geo radar nell’area del venafrano dove, stando alle dichiarazioni di Schiavone, potrebbero essere finiti parte dei rifiuti tossici tombati dalla camorra.

 

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