Il caso dei pozzi petroliferi di Cercemaggiore, chiusi per altro da decenni, è ormai scoppiato. Sulla vicenda legata all’inquinamento radioattivo vanno accertati gli eventuali responsabili. La richiesta, perentoria, arriva dagli Ecologisti democratici del Molise che hanno informato della vicenda il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. «La conferma di radioattività negli ex pozzi in contrada Capoiaccio a Cercemaggiore – dicono gli Ecodem – danno ragione ai cittadini ed alle associazioni ambientaliste che da una decina di anni avevano sollevato dubbi e timori sull’inquinamento della zona».
Intanto lunedì prossimo i tecnici dell’Arpa Molise che qualche settimana fa avevano eseguito i sopralluoghi e riscontrato l’alto livello di radioattività, saranno in audizione in Terza Commissione consiliare della Regione.
«Siamo molto preoccupati per la situazione ancora in via di delineazione che vede vittima un’area di Cercemaggiore dove sono presenti gli ex pozzi della Montedison ormai dismessi – si legge in una nota di Fabiana Berardo di Legambiente Molise – Sembrerebbe che l’area sia stata interessata negli anni Ottanta da sversamenti di rifiuti inquinanti e radioattivi da parte della camorra campana. Dalle prime indagini – ha concluso l’associazione ambientalista – la situazione sembra molto preoccupante in quanto l’Arpa ha già definito una radioattività di dieci volte superiore ai valori di fondo».



