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sabato, Aprile 27, 2024

Cultura, turismo e Carresi del basso Molise. La scomparsa della Regione

AperturaCultura, turismo e Carresi del basso Molise. La scomparsa della Regione

di PASQUALE DI BELLO

La Regione Molise ha affidato ai consiglieri Iofredi e Di Nunzio, rispettivamente, la cura della Cultura e del Turismo. Due aspetti centrali nella tutela delle Carresi, manifestazioni millenarie e testimonianza di amore e rispetto per gli animali e la natura. I due consiglieri, tuttavia, latitano ampiamente sul tema. Nessun interesse per una tradizione che rischia di scomparire a causa di norme sbagliate e fanatismi.

Sulle Carresi del basso Molise (San Martino in Pensilis, Portocannone e Ururi), i consiglieri regionali Domenico Ioffredi e Domenico Di Nunzio, rispettivamente delegati dal presidente Frattura alla Cultura e al Turismo, sono come la temperatura di Bolzano nelle vecchie previsioni del tempo: non pervenuti. Con questo non intendiamo rinnegare la nostra ormai vecchia teoria, e cioè che essi, come del resto l’intera tribù dei delegati, siano una sorta di ologramma istituzionale, figure evanescenti e prive di potere. Nulla di tutto questo, nessuna marcia indietro. Tuttavia, poiché nel corso dell’ultima puntata del settimanale Millibar ci siamo imbattuti nelle loro auguste persone, parlando di Carrese, ci siamo presi la briga di capire se lorsignori in questione avessero presente e, principalmente, avessero in qualche modo affrontato il tema della tutela di un patrimonio unico al mondo. Patrimonio culturale e potenziale, risorsa turistica per un intero territorio. Nulla, zero, sottozero. Ioffredi? Non pervenuto. Di Nunzio? Non pervenuto.

Ora, posto che il ruolo di Consigliere regionale ha poco da dividere con le previsioni del tempo, viene da chiedersi se i due interessati intendano pervenire a se stessi (come consiglieri) e ai molisani, indicando cosa intendono fare a tutela e promozione di una storia millenaria che rischia di estinguersi per l’incuria degli attori istituzionali.

E’ sotto gli occhi di tutti  (o almeno di coloro che si occupano effettivamente di cultura e turismo) l’insidia rappresentata per le Carresi dall’ordinanza Martini, quella dell’allora sottosegretario alla Salute del governo Berlusconi, la leghista Francesca Martini, che nel tentativo di regolamentare le corse di equidi fuori dai normali percorsi autorizzati, combinò un pasticcio mondiale che si è abbattuto sulle nobili tradizioni bassomolisane. Sta di fatto che da allora, prevalentemente con mezzi propri ed enormi responsabilità, le comunità di San Martino in Pensilis, Portocannone e Ururi, stanno affrontando in solitaria la questione. Questione economica, per non dire di quella legale. Basti dire che un paio di anni fa, l’allora sindaco di San Martino, Facciolla, e gli ancora tali Luigi Mascio (Portocannone) e Luigi Plescia (Ururi) si beccarono un’indagine ancora in corso per abuso d’ufficio. L’abuso, secondo i magistrati, sarebbe consistito nell’aver autorizzato una manifestazione che invece non andava fatta perché in contrasto proprio con la normativa citata. Da allora si è corso ai ripari, non perché ve ne fosse la necessità ma semplicemente adempiendo a prescrizioni imposte da un tavolo regionale al quale partecipano diversi attori, dal Prefetto alla Asrem.

Ora, alla luce di una questione che si fa sempre più stringente e ineludibile: cosa vogliamo fare delle Carresi? E, in particolare, cosa vuole farne la Regione. Intende o meno fare una battaglia culturale e legislativa per renderle immuni dagli attacchi scriteriati e dai fanatismi di chi questa nobilissima tradizione continua ad offenderla additandola come esempio di maltrattamento agli animali? Al contrario, le Carresi sono un mirabile esempio di amore e rispetto per il mondo animale e la natura. Ai detrattori basterebbe fare un viaggio nelle stalle dove vengono custoditi e curati lungo un intero anno sia buoi che cavalli. Basterebbe questo a smascherare una smaccata menzogna. Certo, bisogna attrezzarsi a farla questa battaglia culturale e, detto per inciso, se pensiamo a chi cura la cultura e il turismo in questa Regione, ci piglia un robusto senso di sconforto. Ma visto che ci sono e che Frattura ce li ha regalati, possiamo chiedere a Ioffredi e Di Nunzio di battere un colpo? Da fantasmi quali sono, non dovrebbero avere difficoltà a farlo.

 

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