di SERGIO DI VINCENZO Grazie al recente incontro al Comune di Isernia tra il sindaco, Luigi Brasiello, il direttore generale della Asrem, Angelo Percopo e il primario facente funzioni del pronto soccorso di Isernia, Lucio Pastore, il reparto dell’emergenza del Veneziale ha potuto contare sulla presenza di altri due infermieri. Per un po’ si è tirato il fiato. Ma ora la situazione si sta facendo di nuovo difficile, il sovraffollamento è ridiventato la norma. Il personale è infatti ancora carente e le modifiche strutturali auspicate da Pastore non ci sono state. È come se si fosse data un’aspirina per il mal di testa a un paziente che ha bisogno del bisturi per essere salvato. Mentre sa di colpo d’accetta una delle proposte lanciate del primario del reparto d’emergenza di Isernia: “Chiudere ad Agnone e Venafro e trasferire il personale nel capoluogo, dove l’afflusso di utenti è notevole. L’operazione è a costo zero. Un’altra proposta – ha aggiunto Pastore – è quella di impiegare il personale del 118, quando non è impegnato altrove, così come si fa in altre regioni italiane. Anche questa è un’operazione a costo zero. Terza ipotesi quella di assumere altro personale, aumentando i costi. Insomma: l’importante è che si trovi una soluzione, andare avanti così non è più possibile”. La proposta di Pastore è senz’altro destinata a far discutere, almeno ad Agnone e Venafro, dove tutti o quasi ritengono di vitale importanza la presenza di un pronto soccorso. E resta da capire come la prenderanno al 118. Per quanto riguarda gli altri due presidi della provincia di Isernia, il primario facente funzioni resta convinto della sua idea: “Nel 2012 qui a Isernia sono passate 27mila persone. Vediamo qual è l’effettivo utilizzo delle strutture di Agnone e Venafro e poi ne riparliamo. Succede questo: per tenere aperto lì si tiene fermo il personale, mentre qui non si riesce a garantire un servizio efficiente perché l’organico è carente”.