Saltano i tentativi di pacificazione delle varie anime interne al PD. La strada di una ricomposizione tra maggioranza e opposizione fa la prima vittima, è l’avvocato Mariano Prencipe che getta la spugna e rinuncia a correre per le Primarie.
A distanza di tre giorni dalla presentazione, Mariano Prencipe ha ritirato la sua candidatura dalle primarie del centrosinistra che il prossimo 6 aprile sceglieranno il candidato sindaco per la città di Campobasso.
Sul nome dell’affermato avvocato penalista si stava discutendo intensamente per ritrovare la perduta unità del Pd.
Sollecitato dal suo amico Danilo Leva Prencipe aveva dato la disponibilità sulla base di una dichiarata volontà di ritrovare unità e sintesi tra le varie anime del Pd che si erano frantumate, a colpi di sciabolate, con le primarie dell’8 dicembre e del 16 febbraio.
La decisione di Prencipe era nell’aria già da alcune ore ma si è concretizzata nel pomeriggio di martedì attraverso una stringata nota inviata alla stampa.
«Preso atto che le condizioni in cui la mia disponibilità era stata richiesta ed ottenuta non sono state confermate, o forse, sono venute meno, ufficializzo il mio ritiro dalla competizione delle primarie – ha scritto nella nota Mariano Prencipe- Ringrazio tutte le persone che in questo giorni mi hanno mostrato affetto e stima – ha aggiunto l’avvocato – tra i quali il presidente della Regione Paolo Frattura, il deputato Danilo Leva e il presidente dell’Idv Antonio Di Pietro. Prendo atto con amarezza – ha concluso Mariano Prencipe – che i miei principi e quelli delle persone che mi hanno sostenuto non coincidono con quelli di alcuni navigati politici e sono convinto che la città saprà premiare il merito e la trasparenza».
Con chi cel’ha l’ex candidato? Al momento non è dato sapere ma resta il fatto che tra le persone ringraziate non figura il senatore Roberto Ruta.
Una semplice dimenticanza? Vedremo.
A dire il vero, però, il tentativo di ristabilire l’unità nel Pd era stato fortemente inseguito anche dal senatore Ruta. Evidentemente le condizioni poste sul tavolo che riguardavano un sostanziale cambio di rotta nella gestione del governo regionale e il ritiro dell’annunciata sostituzione di Massimiliano Scarabeo con Riccardo Tamburro non sono state accettate dal governatore.
Non a caso, poche ore prima il vice segretario regionale del Pd Michele Di Giglio, vicino alle posizioni del governatore, benché coordinatore del Gruppo Civati, aveva lanciato pubblicamente l’assist alla candidata di Sel, Bibiana Chierchia.
Un segnale preciso che evidentemente ha fatto saltare i nervi a Mariano Prencipe e l’accordo tra le due anime del partito. Tra l’altro, l’intera vicenda è stata caratterizzata dal silenzio assordante della segretaria del Pd Micaela Fanelli.
A questo punto, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, è facile prevedere ulteriori contrapposizioni e il permanere di un corpo a corpo nel Pd che lo trascinerà in una resa dei conti permanente tra la maggioranza e la minoranza interna.
E a rischiare di più sarà proprio il presidente Paolo Frattura.