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giovedì, Aprile 18, 2024

Consiglio regionale: un bazar da terzo mondo. Lavori perennemente in ritardo, un atto di spregio verso i lavoratori veri

AperturaConsiglio regionale: un bazar da terzo mondo. Lavori perennemente in ritardo, un atto di spregio verso i lavoratori veri

di PASQUALE DI BELLO

Tra i tanti, vi è uno scandalo regionale che è il segno dei tempi che corrono: quello del ritardo cronico col quale, rispetto all’orario fissato, iniziano i lavori del Consiglio regionale. Ore e ore di ritardi che, alla bella cifra di 8000 euro al mese (la busta paga media dei consiglieri), si trasformano in un vero e proprio insulto ai cittadini.

E’ stato verso l’una che il consigliere regionale Nicola Cavaliere, sbottando e rivolto ai banchi della stampa, ha detto chiaro e tondo: “Il Consiglio convochiamolo direttamente alle tre del pomeriggio!”. A cosa si riferiva? Alla incredibile consuetudine da bazar del terzo mondo di convocare la massima assise regionale per una certa ora e dare il via ai lavori solo dopo infiniti rinvii e ritardi misurati in altrettante ore ed ore. Un fatto inaudito che sarebbe impensabile, ad esempio, in altre assisi come il Senato della Repubblica o la Camera dei deputati. Vi può essere una tolleranza di qualche minuto, il classico quarto d’ora, oppure fatti oggettivi che impediscano all’aula di riunirsi, ma mai come nel nostro caso un ritardo congenito, cronico e istituzionalizzato. E’ scandaloso che i lavori comincino sempre tra le 12,30 e le 13, quando per molti lavoratori (quelli veri) la giornata sta già per concludersi o è giunta a metà.

Crediamo che anche questo sia un segno dei tempi e, in alcuni casi, anche delle facce che li rappresentano, poiché è davvero robusta la sfrontatezza di chi dovrebbe interpretare il proprio lavoro – perché tale è – in maniera esemplare, con zelo e puntualità, e invece continua imperterrito a gozzovigliare in stanze, stanzette e  stanzini delle scope dove al caldo di potentissimi radiatori lorsignori pennicano da mane a sera. E lo sconcio, se così possiamo definirlo con un eufemismo, è ancora più grave se fuori dall’aula, e poi dentro, si assiepano lavoratori di questa e quell’azienda in crisi, cassintegrati, disoccupati e disperati di ogni genere.

Oggi si è parlato di Formazione professionale ed Esattorie, due questioni aperte che si aggiungono alle tante, dalla Gam allo Zuccherificio, che giacciono sul tappeto. Rompicapi che hanno radici profonde e sbagli lontani ma che vanno affrontati oggi con la classe politica che c’è. Fatte le dovute e debite eccezioni – molto poche in realtà – come già altre volte abbiamo scritto, il livello del Consiglio in carica rasenta quello del suolo e, in casi estremi, quello del sottosuolo. Eppure, tra lorsignori quello più sfigato ogni mese porta a casa circa 8000 euro, circa diciotto volte in più di chi campa, e sfigato lo è davvero, con l’assegno sociale (che in Italia vale meno di 450 euro).

Allora, una volte per tutte, è possibile (o è troppo?) chiedere la puntualità come segno di rispetto a chi non gode di privilegi e prebende e che tutti i giorni suda sangue e mangia ferro per portare a casa un pezzo di pane? Facciamo appello al presidente Niro che, sia detto per inciso, non ha alcuna responsabilità in un malcostume che colpisce indistintamente l’intera classe politica, dal centrosinistra al centrodestra. E quando parliamo di classe politica, il discorso esula dagli schieramenti e cade sugli uomini … ma qui ci fermiamo, non vorremmo citare il don Mariano di Sciascia nel “Giorno della civetta” e affidarci alla partizione tra uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà. Il timore di doverci affidare alle ultime categorie è più che un’ipotesi, è quasi una certezza. Certo è che questo andazzo, simile a un bazar da terzo mondo, non può e non deve continuare. Possibile che con tutti i quattrini che si beccano questi signori non riescano a garantire una programmazione dei lavori seria e rigorosa? Facciamo una solenne promessa, a questo punto, di scrivere un pezzo di biasimo ad ogni riunione del Consiglio regionale, sino a quando non verrà garantita la puntualità dei lavori e il rispetto ai cittadini che pagano ogni mese la pappa a lorsignori.

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