Il Molise merita una sanità efficace, efficiente e soprattutto improntata alla legalità. Ma, sostengono i comitati “Cardarelli bene comune”, “Pro Cardarelli” e l’Osservatorio sul diritto alla salute, in piazza Municipio a Campobasso per una petizione con relativa raccolta di firme, questi principi sono messi in pericolo da un ricorso eccessivo e inspiegabile alla sanità privata, che dovrebbe essere complementare e invece diventa nei fatti sostitutiva dei servizi che dovrebbero essere garantiti a tutti, vista la Costituzione. Con un pesante aggravio di costi per il già tartassato cittadino molisano. Potremmo ironizzare che la sanità privata ha bisogno che la gente si ammali mentre il pubblico no- commenta Marta Mazzoni, dell’Osservatorio sul diritto alla salute-. Noi non siamo contro il privato, semplicemente ci opponiamo ad una privatizzazione selvaggia perpetrata ai danni della sanità pubblica. Oggi assistiamo ad una eccessiva esternalizzazione dei servizi e un continuo ricorso all’extra moenia e attività aggiuntive per visite che il cittadino avrebbe tutti i diritti di richiedere alla sanità pubblica, anche perché paga per averli. In questo modo paga il doppio”. E la realtà del paziente molisano è esasperante: tempi lunghissimi per una visita specialistica ambulatoriale; un Pronto soccorso intasato che non riesce, suo malgrado, ad occuparsi dignitosamente dei pazienti; strutture territoriali insufficienti; domande di salute che restano senza risposte valide; malati fragili che non possono contare su un’adeguata assistenza domiciliare e soprattutto un piano di risamento della sanità presentato al ministero che continua ad essere respinto perchè inadueguato. Chiediamo che il nuovo piano sanitario regionale, da licenziare entro 30 giorni, stabilisca un degno potenziamento delle strutture pubbliche e utilizzi solo in maniera complementare e non sostitutiva le strutture private- dice Daniela De Capoa, del comitato “Pro Cardarelli”- E’ necessaria una riprogettazione di tutto il sistema: stop al turn over del personale, sistemazione dei precari, strutture territoriali messe in rete tra loro, avanzamento tecnologico”. E nel panorama regionale è il Cardarelli di Campobasso che dovrebbe avere una posizione centrale, dimenticando una volta per tutte, questo il parere dei comitati, l’integrazione con la fondazione Giovanni Paolo II, ma puntando al potenziamento della sanità pubblica in cui i cittadini si sentano titolari di un diritto forte. “Invece in Molise a servizi più scadenti corrispondono pagamenti più onerosi per i cittadini e la mobilità attiva verso altre regioni resta alta- puntualizza Adriana Izzi, del comitato “Cardarelli bene comune”-. Il diritto alla salute deve tornare ad essere il focus, il punto centrale del piano sanitario e invece il cittadino molisano comincia a sentirsi figlio di un dio minore. E, a proposito del Cardarelli- rilancia la Izzi- vorremmo anche poter leggere i documenti che riguardano la stabilità strutturale dell’ospedale campobassano: è idonea o no? Perché se lo è, allora chi sostiene il contrario deve rispondere di procurato allarme. Se non lo è, allora dovremmo pensare ad un pericolo effettivo per pazienti e visitatori. La politica deve smetterla di giocare con le cose serie. E’ nostro dovere di cittadini pretenderlo e noi come comitati vigileremo e pungoleremo chi di dovere per avere risposte. Non ci fermeremo”.




