Torna alta l’allerta sul possibile insiediamento del progetto della Granarolo in Basso Molise dopo che il Cipe nell’ultima riunione, prima delle dimissioni di Enrico Letta, ha approvato sette contratti di filiera per un totale di 197milioni di euro e tra cui compare anche la mega nursery da 12mila vacche che dovrebbe essere realizzata tra i terreni di San Martino e Larino. La notizia ha riacceso i riflettori sul progetto di cui non si parlava più dal consiglio monotematico di Termoli, dopo il quale il senatore Roberto Ruta aveva dichiarato che se non c’era il consenso del territorio andava tutto archiviato. La Granarolo nel frattempo ha recepito una serie di prescrizioni imposte dalla Regione e sta preparando un nuovo progetto, che però deve essere ancora approvato. Va infatti precisato che i soldi concessi dal Cipe sono solo stati sbloccati, su richiesta dell’Istituto di Sviluppo Agroalimentare, e che sono comunque vincolati all’ok definitivo che spetta alla Regione. Si tratta in ogni caso non di un finanziamento a fondo perduto, ma di un prestito per la metà dell’importo e dunque circa 10milioni di euro, a un tasso molto agevolato, ossia dello 0,5 per cento. Il comitato ‘No Stalla’ però non ci sta, e lancia ancora una volta un messaggio di dissenso verso un progetto che, affermano, “nega uno sviluppo dell’agricoltura locale”. Il comitato fa appello a tutti gli amministratori locali e a tutte le associazioni, ma soprattutto chiede alla Regione la convocazione di una seduta monotematica del consiglio in cui discutere e manifestare al governo la contrarietà a un insediamento che, sostengono, “nega il futuro del Molise”.