Sono riemersi dal mare lo scorso luglio e nel mare si nasconde ancora il mistero sulle loro identità. Un teschio rimasto impigliato tra le reti del peschereccio Luigi Padre durante una battuta di pesca a dieci miglia da Termoli e il cadavere di un uomo ritrovato lungo la spiaggia all’altezza della Foce del Saccione.
Sono ancora da approfondire le indagini sul cranio, conservato da quasi sette mesi nel reparto di anatomia patologica dell’ospedale “San Timoteo” di Termoli. Il reperto deve essere esaminato con strumenti e tecniche particolari in un laboratorio specializzato per stabilire almeno la datazione. Capire in sostanza se i resti si possono classificare come un «reperto di interesse storico» oppure come «reperto di interesse giudiziario». Sull’identità sono state fatte varie ipotesi anche perché dall’arcata superiore della dentatura mancherebbero i due incisivi. Sospetti ed eventuali collegamenti anche con il naufragio del dicembre 2011 e con un pescatore tunisino che nessuno ha più visto. Tutto ancora da stabilire.
Da luglio ad oggi non sono arrivate segnalazioni di persone scomparse che potrebbero invece far risalire al nome dell’uomo trovato senza vita lungo la spiaggia al confine tra la Puglia e il Molise. Allora irriconoscibile senza segni di presunta violenza sul corpo visibili a occhio nudo.
Sul ritrovamento la Procura di Larino ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio a carico di ignoti e quindi contro ignoti. Indagini molto complesse, tanto che per capire qualcosa in più, erano state diffuse anche le foto di ciò che restava dell’abbigliamento indossato dall’uomo.
Italiano, straniero nulla è ancora emerso se non che quel corpo era legato con una corda al torace e agganciati tre dischi da bilanciere da cinque chili ognuno. In questi mesi le ricerche svolte dai Carabinieri della Compagnia di Termoli, coordinati dal capitano Paolo Nichilo, si sono allargate a tutta Italia, ma finora – da quanto si sa – non sono stati trovati riscontri con segnalazioni di scomparsa nelle banche dati delle forze dell’ordine. Del caso si era occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto.


