Il terremoto del 2002 continua a provocare danni. Non alle strutture, ma ai bilanci di molte famiglie molisane, quelle dei dipendenti pubblici della provincia di Campobasso. I danni in questione saranno provocati dalla restituzione, entro il 2015, dei contributi sospesi per effetto del sisma.
Ebbene, a partire proprio dal mese di gennaio, l’Inps-Inpdap ha avviato il recupero delle somme attraverso la decurtazione dalle buste paga dei dipendenti. Le cifre si aggirano sui 150-250 euro mensili, a fronte dei 30 euro che erano state recuperate in passato.
La denuncia parte dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil che annunciano battaglia contro un provvedimento ritenuto ingiusto e penalizzante.
Quella della restituzione dei contributi sospesi è una vicenda che si trascina da anni ormai, senza che sia stata individuata una soluzione definitiva al problema.
Una vicenda  contraddistinta da polemiche e soprattutto dalla presentazione di numerosi ricorsi. Ed in effetti sono centinaia le sentenze di condanna da parte del Tar Molise e della giustizia ordinaria, a carico dell’amministrazione pubblica perché non ha rispettato le modalità di restituzione previste dall’ordinanza del presidente del Consiglio del 2002.
Il problema era stato già affrontato nel corso di due incontri, a dicembre scorso, tra i sindacati e i vertici provinciali dell’Inps. Non solo: del caso erano stati investiti anche il ministero dell’Economia e delle Finanze, il dipartimento dell’Amministrazione generale attraverso un documento dettagliato nel quale veniva ripercorsa l’intricata vicenda.
Ma a quegli incontri e a quella lettera non c’è stato seguito, è la denuncia dei sindacati che ora chiedono l’immediata sospensione del provvedimento di restituzione in attesa che venga individuata una soluzione equa.
«Se non ci saranno novità – minacciano – proseguiremo nelle nostre azioni politiche, sindacali e legali per fare valere i diritti dei lavoratori pubblici della provincia di Campobasso, trattati senza rispetto ed in dispregio, alle leggi», concludono le organizzazioni sindacali.




