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martedì, Novembre 4, 2025

Agnone, presepe vivente contro il femminicidio

QDAgnone, presepe vivente contro il femminicidio

Tra le manifestazioni culturali che attraggono maggiormente l’attenzione dei visitatori e dei mass-media, ad Agnone, c’è il Presepe Vivente che, svolgendosi immediatamente dopo il fiume di fuoco prodotto dalla ‘Ndocciata delle Vigilia nel tardo pomeriggio del 24 dicembre, presenta ogni anno un tema fortemente legato all’attualità più drammatica. L’imminente edizione del 2013, come sempre organizzata dalla compagnia teatrale “LE 4 C” del Cenacolo Francescano, è la numero 54 e porta al centro dell’attenzione il “femminicidio” ovvero la tragedia delle tantissime donne uccise dagli uomini (dentro o fuori la propria famiglia). La protesta per tale strage sta dilangando in ogni parte del mondo attraverso movimenti, associazioni e manifestazioni che pretendono una energica e definitiva presa di posizione legislativa e culturale che fermi il massacro. E Agnone intende fare la propria parte inserendo nel linguaggio, nelle evocazioni e nella preghiera del Presepe Vivente tale problematica., amplificando il grido di dolore che proviene dalle donne e dalle famiglie annientate specialmente da questa “violenza di genere”. Il femminicidio è come la “strage degli innocenti” voluta duemila anni fa da Erode subito dopo la nascita di Gesù per eliminare il Messia ovvero “la speranza del mondo” così come la donna è la fertilità della Terra e la speranza dell’umanità, dicono gli organizzatori. “Le donne uccise dalla violenza maschile sono vere e proprie mimose di Dio” aggiunge l’Università delle Generazioni (associazione culturale vicina al Cenacolo agnonese) che vorrebbe far evidenziare “minose rosse” come le ha volute per le donne del Nepal l’associazione “Aperion onlus” tempo fa. Il Presepe Vivente di Agnone 2013 sarà anche tutto questo, utilizzando nella sceneggiatura (scritta anche quest’anno da Giorgio Marcovecchio) non soltanto la tentata lapidazione della donna adultera (Vangelo di Giovanni 8, 1-11) ma gli inediti doni recati da altrettanti inediti tre Re Magi non vecchi saggi ma giovani donne vestite di tuniche bianche macchiate di sangue: un biberon segno distintivo della donna-madre, il vestito da sposa emblema della inviolabilità del matrimonio e lo zaino simbolo del bagaglio esistenziale delle vittime della violenza mortale. La regia è, come sempre, di Giuseppe De Martino, collaborato da un collaudato ed efficacissimo staff di attori, di comparse, di tecnici e di volontari cui si aggiungeranno le ‘docce del gruppo “Capammonde e Capabballe” di Gerardo Vecchierelli ed altre spettacolarità che contribuiranno maggiormente a riflettere sul “femminicidio”.

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