Le Primarie del Partito Democratico hanno eletto come nuovo segretario Matteo Renzi. Il Sindaco di Firenze si è affermato infliggendo agli avversari un distacco notevole. Su base nazionale il risultato di Civati è andato qualcosina oltre le previsioni. Come da pronostici la “guerra vera” è stata tra Renzi e Cuperlo: l’uomo della sterzata, del cambiamento, contro quello dell’apparato, il “conservatore”. Civati è stato però un terzo incomodo dalle idee politiche piuttosto nitide e critico con le larghe intese che ha alla fine conseguito, in particolare al nord, ottimi risultati e in questo senso basti citare Lombardia, Piemonte e Marche. Non è andato poi molto lontano dal secondo posto, come vedremo.
E in Molise? Qui il risultato del “PCIno” e dalemiano Cuperlo è stato, come nel resto del Mezzogiorno, ottimo. Ha raccolto la bellezza del 29 per cento, un terzo dei voti e quasi quattro volte il misero otto di Civati. Limato anche il dato di Renzi, che da noi ha racimolato qualche punto percentuale in meno rispetto al bottino arraffato a livello nazionale.
Quali i significati del voto nostrano? Certo, le considerazioni non possono che essere comunque parziali. Intanto partiamo dal fatto che si sono presentati a votare in 12.421, praticamente quasi l’esatta metà dei 24.892 consensi che dal PD giunsero nelle tasche di Paolo Di Laura Frattura lo scorso 25 febbraio in occasione del rinnovo del Consiglio regionale. Niente affatto pochi ma neppure tanti da consoldiare un tendenziale che resta abbastanza affidabile ma nulla di più. Detto questo, però, è importante ricordare che i voti “cuperliani” alle scorse regionali sono stati ben di meno. Considerate le peculiarità del (a suo tempo) candidato Frattura infatti è difficile inquadrare più di un quarto dei suffragi del PD, di quei 24 mila e passa, come provenienti da “comunisti attualizzati”. Seimila voti circa, sommando ai quali PDCI e SEL (anche qui pura teoria…) si arriva ad un 18 – 19 per cento, lasciando ovviamente fuori da qualsiasi valutazione l’Italia dei Valori. Un dato niente male ma lontano dal 29 raccolto dal concorrente triestino. Il tutto sempre con un beneficio del dubbio che però non compromette la sostanza.
Vero è dunque, come ha sentenziato Frattura, che il risultato apre una fase nuova per il partito in Molise, ma lo è anche che il “popolo rosso”, quello più “colorato”, sembra in crescita ed è qualcosa su cui riflettere. Bisogna vedere se il dato è scaturito più da un’avversione di massima per Renzi, identificato da tanti come un B-2, o da idee politiche piuttosto precise e consapevoii. Probabilmente entrambe le cose hanno inciso, certo è che i numeri parlano chiaro. La lettura deve però essere necessariamente allargata: al nord ed al centro spesso Cuperlo e Civati si sono contesi la seconda piazza in un vero testa a testa, mentre al Sud il primo ha decisamente staccato il secondo, tanto da “salvare” il risultato finale chiudendolo in una forbice di 4 punti scarsi, in fondo quasi un arrivo al “fotofinish”. In definitiva dunque le Primarie del PD hanno confermato un’Italia a due velocità, ma non è detto che in questo caso il nostro dato sia negativo o che stia ad indicare uina sorta di ennesimo “arretrato culturale”. Pur dimostrando una maggiore propensione a “conservare”, infatti, esso attesta anche una certa insofferenza per un nuovo che più avanza e più somiglia un po’ troppo al “vecchio” da rottamare. In fondo Renzi non ha ancora vinto nulla: è il nuovo segretario del PD ma la corsa al premierato sarà discorso un tantino diverso, anche perché dovremo capire quanto di ciò che il primo cittadino gigliato ha verbalizzato nell’appena conclusa contesa “interna” si rivelerà semplice dialettica elettorale. Oltre ciò, il PD ci ha abituati a vere e proprie acrobazie “senza rete”, per cui non è certo illecito attendersi sorprese e stranezze di vario tipo, soprattutto fino a quando dietro le quinte ci saranno quei baffetti scaltri e beffardi.
Chi vivrà voterà e vedrà.