Tra babele politica e cerchiobottismo, tra vicende nazionali e locali, emerge il declino dei partiti identitari. Quello dei Comunisti italiani, specie in Molise, ne è un esempio lampante.
Sembra che l’unico regalo che potremo fare a buon mercato, agli altri ed a noi stessi, per l’oramai imminente Natale sia un bel pacchetto di Babele politica, confezionato con tanto velo pietoso ed infiocchettato con un poco scintillante nastro di cerchiobottismo puro. Un dono, come detto, disponibile a buon mercato ma che presto ci farà pagare un prezzo carissimo.Parlarne? C’è solo l’imbarazzo della scelta e allora, in questa domenica che sta per terminare affogando letteralmente nell’acqua di una pioggia che pare poter durare all’infinito, scelgo alcune tra le migliori perle che ci stanno regalando a livello nazionale come in ambito regionale.
Il comportamento di Matteo Renzi è oramai quello di un avvoltoio al quale siano saltati i circuiti cerebrali. Sulle ali di una autoreferenzialità da record opera per far franare quella “larga intesa” che magari è insopportabile ma che, lo ricordi il “conte gigliato”, è inevitabilmente nata dal pareggio assoluto emerso dalle scorse politiche al netto del Movimento 5 Stelle. L’uomo che con ogni probabilità sta per aggiudicarsi le Primarie del PD vorrebbe, essendo in odore di leadership, dare al suo partito in modo forzoso ciò che non è stato ad esso riconosciuto dalle urne elettorali. Tanto è vero questo che egli attacca in modo sanguinario il Premier Letta ed il neonato Nuovo Centro Destra. Poiché appare improbabile che Beppe Grillo e le sue truppe possano approdare con largo anticipo (perché prima o poi accadrà) a Porto Inciucio, viene sempre più da ridere ad ascoltare il Primo Ministro bofonchiare di un Governo che “ora è più forte”. Il rampante toscanaccio del partito dai cento leaders sta dando l’ultima e decisiva spinta alla propria campagna per le Primarie in modo tale che ancora una volta a rimetterci sono i cittadini, la stabilità della politica, del Paese e di un Governo che già di per sé non è certo l’ideale per affrontare il drammatico momento storico. In caso di mancata vittoria da parte dell’irriverente “primo discolo” di Firenze, naturalmente, il discorso andrà rivisitato.
Tanto ancora si potrebbe dire degli squilibrati equilibrismi della politica nazionale ma è il momento di spendere ancora qualche parola per Salvatore Ciocca, segretario regionale del PDCI, che ha annunciato di appoggiare proprio Renzi per le primarie dell’Immacolata e, automaticamente, di accostarsi all’attuale Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura. Lo sconcerto è tangibile per ogni dove. Mi limito a rilevare come Danilo Leva, segretario molisano del Partito Democratico, abbia preso atto con non poco stupore dell’imbarazzante silenzio dello stesso Frattura sulla questione e sollecitata una verifica interna ai poteri del Governo regionale in carica. Va detto che In Molise non c’è stato il citato pareggio scaturito dalle politiche: il centrosinistra sembrava avere margini per una governabilità almeno decente ma evidentemente i conti non sono tornati. Come non bastasse i fatti stanno ampiamente dimostrando che il problema di questa terra non erano né il Presidente Iorio né la coalizione facente capo al presunto Demonio Berlusconi. Non sarà facile spiegare il tutto ai cittadini, ammesso che qualcuno deciderà mai di provarci.
Il discorso potrebbe essere lungo, l’analisi dei giochi delle parti e delle strategie laboriosa e la comprensione di quali siano davvero i fili che tirano i nostri burattini dolorosa, ma noi cittadini voliamo ben più basso, fin troppo, e allora domandiamoci legittimamente alcune cose, prendendo le distanze da giochetti di alleanze e manovre nella penombra: dove è finito il voto conferito nelle urne, oramai in larga parte dirottato a piacimento? Perché le forze caratterizzate ed identitarie vanno in disgrazia, come il PDCI che ora si siede nel grande e comodo divano dei poteri forti senza invece lottare per portare avanti idee, ideali e posizioni della sua piccola ma importante fetta di elettori, o come l’oramai estinto partito di Destra che fu sciolto nell’acido con la benedizione di Fini? La speranza di avere nuovamente un confronto politico sano e vero, che non può che poggiare sulle differenze di vedute e di concezione della società civile, dell’economia e della politica stessa, è da abbandonare definitivamente? Dobbiamo rassegnarci a subire martellamenti mediatici lunghi mesi, se non anni, per vicende che orbitano intorno al pianeta Gossip, senza nemmenol’onore di sapere se “sotto” c’è almeno qualcosa? Orribile.
Sono personalmente convinto che stia emergendo, impietosamente ed in tutta la sua grandezza, l’incapacità della maggior parte dei nostri politici, figlia peraltro di un Paese da troppo tempo addormentato e passivo. Ad essa si mescolano l’egoismo e la voglia smodata di poltrone e di visibilità, oltre alla concezione dell’impegno civico come pura e mera fonte di reddito e di “posizione”.
Essendo abbondantemente ora di chiudere questo commento vorrei lanciare un appello: impariamo a non produrci frettolosamente in commenti, giudizi ed analisi subito dopo aver ascoltato una notizia o le parole di un leader o presunto tale. Impariamo a prendere tempo, partecipare attivamente, riflettere e capire, altrimenti dalle prossime tornate elettorali verrà fuori l’Apocalisse e la previsione di Roberto Orsi della London School of Economics, secondo la quale l’Italia si dissolverà entro dieci anni, risulterà spudoratamente ottimistica.