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giovedì, Aprile 25, 2024

Campobasso: Di Bartolomeo si dimette da sindaco. Orfano di Iorio, il centrodestra è allo sbando

AperturaCampobasso: Di Bartolomeo si dimette da sindaco. Orfano di Iorio, il centrodestra è allo sbando

di PASQUALE DI BELLO

Al culmine dell’ennesima tensione tra il primo cittadino di Campobasso e la propria maggioranza, sono arrivate le dimissioni di Gino Di Bartolomeo. Un ordine del giorno del centrosinistra passato con l’astensione di larga parte del centrodestra, ha indotto il Sindaco all’estremo gesto. Dimissioni definite un bluff da più parti e destinate a rientrare nei canonici venti giorni previsti dalla legge per il ritiro. Sullo sfondo resta un centrodestra regionale privo di guida e allo sbando.

La rottura era nell’aria da tempo e i rapporti tra Gino Di Bartolomeo e la propria maggioranza non sono mai stati idilliaci. E’ bastato quindi un ordine del giorno sul dimensionamento scolastico presentato dal consigliere del PD Antonio Battista a far cadere il sindaco di Campobasso e a trasformare l’assise cittadina in una bolgia dove non si sono risparmiate accuse e parole grosse. Sta di fatto che l’iniziativa del centrosinistra è passata con l’astensione di larga parte della maggioranza. Sei i voti favorevoli, quelli delle opposizioni, quattro i contrari (compreso Di Bartolomeo), astenuti tutti gli altri.

A quel punto al sindaco non è rimasto che prendere atto della situazione di non ritorno, affidarsi alla prima carta e penna rimediate per strada e vergare le proprie dimissioni. Nelle prossime ore è prevista una conferenza stampa del primo cittadino dimissionario nel corso della quale, come prevedibile, non mancheranno colpi di cannone e fuochi d’artificio.

Le dimissioni, diciamolo subito, sono dimissioni di cartone, cioè di facciata, destinate a rientrare nei venti giorni che la legge assegna per il ritiro. Esse servono solo a mettere sulla graticola una maggioranza recalcitrante che – questo il nodo centrale della questione – mal digerisce la ricandidatura di Gino Di Bartolomeo alla guida del comune capoluogo. Da parte sua, Di Bartolomeo non ha mai fatto mistero di aspirare ad un secondo mandato; da parte loro, tutti gli altri, non hanno parimenti mai fatto mistero di non gradire un secondo giro e, principalmente, di non accettare autocandidature. Anche nel centrodestra, ad esempio, si parla di primarie.

Già … nel centrodestra. Ma quale centrodestra? Dopo la scissione tra Forza Italia e il gruppo di Alfano, anche in Molise non si sa bene chi sta con chi e chi comanda cosa. Una tarantella come quella vista al Comune di Campobasso, fossimo ai tempi di Iorio, si sarebbe già risolta; anzi, non sarebbe mai partita. Il vero problema quindi del nuovo quanto del vecchio centrodestra molisano, è la carenza di una guida. Anzi, la totale assenza. Archiviato Iorio, per il resto siamo all’evanescenza. Nessuno che abbia il carisma e l’autorità di prendere le redini di una situazione che, se restasse così com’è, consegnerebbe su un piatto d’argento Campobasso al governo del centrosinistra, dei grillini (potrebbero essere loro la sorpresa) o di qualche alleanza spuria e trasversale.

Intanto godiamoci lo spettacolo. Le chiamano dimissioni, ma una volta si chiamavano comiche.

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