Il presidente della Granarolo Gianpiero Calzolari ed il suo staff hanno illustrato il progetto Granmanze che dovrebbe essere realizzato nel basso Molise rispettando però tutte le prescrizioni imposte dalla Giunta regionale e vincolate alla concessione delle autorizzazioni.
Un progetto da 20 milioni di euro di investimenti tutti a carico della Granarolo che usufruirebbe solo di un tasso agevolato dello 0,5% sulla metà dell’impegno di spesa. Il sito verrà scelto solo dopo che l’azienda emiliana avrà ricevuto l’assenso al suo progetto dalle istituzioni, dalle associazioni agricole e dalle comunità locali. La consultazione del territorio è iniziata oggi con gli organi di informazione. Nel corso dell’incontro Calzolari ha illustrato l’intero progetto che a regime darà lavoro a 50 persone fisse, tutte molisane, e ad un indotto di produttori agricoli, trasportatori e personale veterinario.
In particolare, i produttori agricoli potranno sottoscrivere contratti di filiera per la fornitura di fieno, paglia e tutto ciò che serve ad alimentare le 12 mila manze che resteranno in loco per circa 15 mesi. Se tutto filerà liscio il progetto verrà realizzato entro un anno in tempo utile per partecipare all’Expo 2015 come eccellenza dell’agroalimentare.
Nessun problema ambientale, secondo Granarolo, per lo smaltimento degli escrementi che verranno compostati e distribuiti ai produttori locali convenzionati con i contratti di filiera per esser usati come fertilizzanti naturali. Calzolari ha quindi escluso qualsiasi ipitesi legata alle centrali di biomasse.
A regime il giro di affari che resterà nel Molise sarà di oltre 10 milioni di euro all’anno distribuiti tra costo del personale e acquisto dei prodotti necessari ad allevare le piccole manze. «Cercheremo il consenso di tutti- ha preannunciato il presidente di Granarolo – ma in caso contrario siamo pronti a ricercare ospitalità in qualche altra regione che abbia le stesse caratteristiche ambientali del Molise».