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martedì, Aprile 16, 2024

Basso Molise, olio di ottima qualità ma i produttori devono fronteggiare costi di gestione sempre più elevati

QDBasso Molise, olio di ottima qualità ma i produttori devono fronteggiare costi di gestione sempre più elevati

Un prodotto dalle caratteristiche organolettiche elevate che si scontra con le regole spietate di un mercato che non premia la qualità in cui tra frodi e miscele varie può finire in sostanza di tutto. Eppure, l’olio extravergine d’oliva del territorio vale molto di più, tanto che il rischio per i piccoli olivicoltori è quello di essere costretti ad abbassare i prezzi e di non riuscire così a coprire i costi di raccolta, produzione e gestione dell’oliveto. Secondo Francesco Travaglini, presidente dell’associazione di produttori, MolisExtra, il dato riguarda il timore e la considerazione che il settore non sia più remunerativo. Questo aspetto – ha spiegato – può favorire, in alcuni casi, anche l’abbandono degli oliveti arrecando così un danno gravissimo all’economia locale. Tutto sta nel senso la qualità e nel trovare i canali migliori per distribuire un prodotto squisito al palato e rinomato anche fuori dai confini regionali. Un olio che continua a scorrere nei frantoi dislocati nei centri del Basso Molise in cui da giorni si assiste al via vai di casse cariche di olive.I dati medi della raccolta 2013 evidenziano un extravergine di ottima qualità e una resa più bassa rispetto allo scorso. Un elemento – ha spiegato Maurizio Corbo dell’ufficio olivicoltura dell’Arsiam – legato alle condizioni climatiche, cioè alle piogge che hanno in gonfiato il frutto, con una resa che va dai dieci ai quattordici litri per quintale di olive molite. Scende anche il prezzo delle olive. A seconda della zona, la forbice oscilla dai ventotto ai 34 euro al quintale in base alla varietà del raccolto e di chi le compra.Variabile il prezzo al dettaglio, a seconda delle scelte dei frantoiani, delle cooperative e dei piccoli produttori. Un litro di olio extravergine convenzionale varia dai 4 euro e cinquanta ai sei euro e cinquanta centesimi. Discorso diverso e prezzi più alti per i prodotti specifici o certificati con il marchio Dop o il biologico. Resta lo spettro del mercato all’ingrosso dove se i prezzi sono ancora più bassi aumenta il rischio di trovare oli di bassa qualità. Secondo il tecnico dell’Arsiam bisogna insistere anche su nuovi canali commerciali ad esempio vendendo l’olio come un prodotto nutraceutico, cioè nelle farmacie valorizzando anche la funzione benefica sulla salute di un prodotto alla base della dieta mediterranea.

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