La richiesta di concordato preventivo presentata dalla Ittierre – confermata da più parti – preoccupa non poco lavoratori e sindacati. Questa soluzione – è il parere di Zambianchi della Filctem Cgil – non esclude a priori l’incubo fallimento. In ogni caso per garantire la sopravvivenza dell’azienda è a suo avviso necessario mettere i fornitori nelle condizioni di poter lavorare. Significa che devono essere essere pagati. Lunedì i loro avvocati incontreranno al proprietà, proprio per chiarire questo aspetto. Certo è che il concordato non piace affatto alla Femca Cisl. Per Di Trocchio potrebbe essere una non soluzione, nel senso che potrebbe non venire accettato. Ma soprattutto potrebbe significare prolungare quella che definisce agonia dell’azienda. Per Scioli della Ugl Tessili a questo punto diventa quanto mai necessario andare al tavolo ministeriale convocato a Roma per la settimana prossima. Quella,a suo avviso, è l’unica sede idonea per ridiscutere del futuro della Ittierre e fare chiarezza una volta per tutte sulle reali intenzioni di Bianchi e su tutto il resto. Dello stesso avviso Antonelli della Uiltec. Che ha proposito del taglio drastico dei dipendenti garantisce: questa ipotesi sarà contrastata con ogni mezzo. Nessuno andrà a casa, o alla Ittierre non entrerà nessuno.

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