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lunedì, Settembre 29, 2025

Ittierre, parla Bianchi: accanimento terapeutico contro di me, stanco dei politici molisani

AperturaIttierre, parla Bianchi: accanimento terapeutico contro di me, stanco dei politici molisani

di Sergio Di Vincenzo

Lo sfogo del patron dell’Ittierre che commenta gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Isernia  che ha portato al sequestro di capi di abbigliamento   da parte della Guardia di Finanza.

“L’avviso di garanzia è solo un atto dovuto, ma la questione è un’altra: c’è un accanimento terapeutico nei miei confronti, qualcuno vuole che io lasci la Ittierre”. Lo ha detto il patron dell’azienda di Pettoranello, Antonio Bianchi, nel commentare gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Isernia e della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di capi d’abbigliamento sia a luglio sia nei giorni scorsi. “Proprio oggi – ha detto – il tribunale di Monza ha disposto il dissequestro dei capi bloccati nei mesi scorsi. Una cosa simile era stata fatta anche a Isernia. Se non è accanimento questo… Tra l’altro hanno fatto un sequestro contro la volontà di Ferrè, che intende continuare a lavorare con noi”. Sulla voce di un concordato preventivo presentato al tribunale di Isernia, Bianchi ha risposto: “Sto facendo degli atti straordinari, che facilitino l’ingresso di nuovi soci. Ma queste voci false che circolano sugli organi di informazione e su internet di certo non fanno bene alle trattative”. Né il patron della Ittierre si è sbilanciato sui nomi dei nuovi soci: “Colella? È una persona che stimo. Con lui ho avuto dei contatti. Ma non c’è solo lui, c’è anche un fondo di investimento”. Bianchi non ha nascosto i problemi di liquidità dell’azienda, ma al tempo stesso non ha risparmiato accuse ai politici: “Sono stufo dei politici molisani. Già a dicembre avevo parlato con loro di problemi di liquidità. Mi avevano detto a parole che sarebbero stati vicini alla Ittierre, anche attraverso la fideiussione (che poi si è rivelata una barzelletta) e sostenendo l’azienda per l’accesso ai contratti di sviluppo. Il risultato? Solo aria fritta”. Intanto la situazione resta delicata a Pettoranello. Da un lato c’è l’incertezza dei dipendenti, che non sanno se questo mese riceveranno lo stipendio, dall’altro la rabbia dei fornitori: entro il 15 settembre avrebbero dovuto ricevere il 30% dei loro crediti, così come sancito da un accordo firmato in Prefettura. Ma finora non hanno avuto nulla. Oggi sono arrivati da diverse regioni italiane per chiedere il rispetto degli impegni. Se non avranno risposte concrete – dicono – presidieranno l’azienda a oltranza.

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