Carmelo Parpiglia proprio non ci sta ad essere associato alla fronda anti Frattura, quella che lo scorso 12 agosto ha messo in minoranza il governatore sulla questione articolo 7. Quel giorno – anzi, quella notte – Frattura propose di votare l’emendamento presentato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo, col quale si intendeva cancellare la disposizione che assegna ad ogni consigliere regionale la bella somma di 2451 euro non rendicontabili e non tassabili. Quattrini destinati, almeno in teoria, a pagare collaboratori fiduciari e portaborse  e che, spesso e volentieri, sono invece finiti nelle tasche di qualche insaziabile consigliere.
“Quella notte – spiega Parpiglia – fui proprio tra coloro che chiedevano la cancellazione dell’articolo 7 o una sua diversa regolamentazione. Quindi la mia era una posizione perfettamente allineata con quella del presidente Frattura”. “Dalla fuga di notizie sugli avvenimenti di quella sera – prosegue il consigliere dell’Italia dei Valori – è emerso invece che io ero tra coloro che volevano il mantenimento dell’articolo 7, posizione che non ho invece mai assunto. Da ex calciatore so bene cosa vuol dire fare gioco di squadra, a differenza di qualche collega che invece si muove individualmente”.
