di Giovanni di Tota
Solo tempi tecnici. Il sostituto procuratore di Bari, ha preso un giorno in più per studiare la relazione del medici legali che lunedì sera hanno decretato la morte cerebrale del piccolo Giulio, il bambino deceduto al Giovanni XXIII dopo 20 giorni di agonia.
Il pubblico ministero di turno, che ha incaricato un perito per l’esame esterno del corpicino, ha anche acquisito la cartella clinica dal reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico, dove il bimbo di Campobasso è rimasto ricoverato in coma e senza mai riprendere conoscenza da quel maledetto pomeriggio del 20 agosto, in cui ha ingoiato la polpetta che lo ha in pratica soffocato e provocato in seguito la morte.
Dalla direzione generale del Giovanni XXIII fanno sapere tuttavia che non ci sono elementi di sospetto, benché l’episodio sia stato accidentale, e che il magistrato ha chiesto il tempo necessario all’esame di tutti gli atti prima di concedere il nulla osta per il rientro di Giulio a Campobasso.
In città, nei momenti successivi alla notizia del decesso del bambino, si è fatta strada la voce secondo la quale i genitori avrebbero espresso la volontà di un funerale privato. La famiglia di Marco e Nicoletta, ha invece fatto sapere di non essere contraria alla condivisione del dolore per una perdita così prematura, in una tragedia che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la città. Al rientro del piccolo Giulio sarà invece resa nota la data e la chiesa dove si svolgerà il rito funebre, al quale chiunque potrà prendere parte per l’ultimo saluto a un bimbo sfortunato volato via a soli tre anni e abbracciare ancora una volta i suoi genitori.



