La nostra comunità parrocchiale così come migliaia di parrocchie sparse nel mondo ha accolto con profonda consapevolezza cristiana l’invito accorato di papa Francesco : una giornata di digiuno e di preghiera per la pace, certi che le armi della preghiera e del digiuno sono la strada per cambiare  il cuore dell’uomo . LA PACE è  una questione che riguarda tutti i credenti indipendentemente dalla confessione a cui appartengono. Sono state queste alcune parole di introduzione alla riflessione tenuta durante la celebrazione eucaristica di sabato 7 settembre u.s. da Mons Leo Boccardi da poco nominato  nunzio apostolico in Iran. Un’attenta analisi innanzitutto su ciò che sta succedendo nella  Siria e nell’intero Medio Oriente. Sono note a tutti le drammatiche conseguenze del conflitto, che ha provocato più di 110.000 morti, innumerevoli feriti, più di 4 milioni di sfollati interni e più di due milioni di rifugiati nei Paesi vicini.  Di fronte a questa tragica situazione si rivela assolutamente prioritario far cessare la violenza, che continua a seminare morte e distruzione e che rischia di coinvolgere non solo gli altri Paesi della Regione, ma anche di avere conseguenze imprevedibili in varie parti del mondo.

La Santa Sede continua il presule è fermamente contraria a un attacco armato in Siria contro le forze armate di Assad. Condanna l’uso di armi chimiche, senza sbilanciarsi sulle responsabilità, auspicando che i responsabili siano assicurati alla giustizia, ma teme, sulla base di un’esperienza che peraltro è sotto gli occhi di tutti, che i bombardamenti, la violenza che si aggiunge alla violenza, invece di risolvere la gravissima situazione, finiscano per esasperarla destabilizzando l’intera regione con conseguenze imprevedibili. Immagine paginaDidascalia immagineContenuto Articolo

Qual è  il tentativo diplomatico della Santa Sede

La posizione della Santa Sede, si articola in alcuni punti-chiave, a partire dall’appello a “far cessare la violenza come primo passo per poter instaurare un vero dialogo e soluzioni di carattere negoziale”.

Tra i principi indicati si chiede:

–       il ripristino del dialogo e della riconciliazione del popolo siriano;

–      la conservazione dell’unità del paese, evitando costituzioni di zone diverse per le varie comunità e conservando l’unità territoriale;  

–      la tutela di tutte minoranze, compresi i cristiani, e della libertà religiosa;

–      la garanzia della pari dignità a tutti i cittadini;

–       non da ultimo, la richiesta “ai membri dell’opposizione di prendere le distanze dagli estremismi” e dal terrorismo.

Maddalena IANNITTI

San Martino in Pensilis 9 settembre 2013

 

 

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