Massimo Manzo è conosciuto come lo scultore degli angeli, che ha cominciato a realizzare dopo l’attentato alle Torri Gemelle. E’ di Roma, vive ad Anzio ma le sue origini sono molisane, di Duronia. Paese in cui torna spesso e per il quale ha realizzato, nel 2007, un’opera in bronzo in memoria dei caduti di Monongah. Ha all’attivo diverse personali, nella capitale e non solo, ha ottenuto riconoscimenti. La sua è un’arte spirituale, concettuale, intrisa di fede. Le sue sculture, spesso in pose plastiche, curate nei dettagli, si alternato ad altre lasciate volutamente incompiute, o che emergono solo in parte. Opere che esprimono sentimenti, stati d’animo, esperienze di vita.
Alcuni suoi lavori Massimo Manzo li ha voluti esporre, in questi giorni e fino a lunedì 19, nella casa di Riposo Villa Serena a Duronia. Mostra inaugurata alla presenza del Vescovo di Trivento Domenico Scotti. Lavori che sono la summa di quanto realizzato dall’artista finora. Opere scolpite dopo un sogno della moglie. Sculture bianche e nere, disposte in un ambiente luminoso. Ci sono gli angeli, in nero, con le ali aperte o chiuse. Entità sottili, a volte pensose, senza età. Entità che vogliono rappresentare la speranza e la fede. L’angelo, che, nel concetto di Manzo, ci aiuta a superare le difficoltà della vita, che si fa carico dei nostri pesi, ci solleva da terra e ci fa camminare di nuovo verso la luce.
Ed ecco la rinascita, scolpita in bianco, mani che liberano un uccello, un uomo che nuota nel mare, un’atleta impegnato in movimenti fluidi, liberi. Simboli di vita, una vita che si apre a nuove sfide da guardare con prospettive nuove.



