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martedì, Dicembre 23, 2025

Abolizione Province, il Governo andrà fino in fondo

AttualitàAbolizione Province, il Governo andrà fino in fondo

di Marta Martino
La Provincia di Isernia potrebbe sparire entro il 2014, quella di Campobasso entro il 2016. Almeno questo è quello che prevede il disegno di legge del governo, intenzionato a portare a termine, in maniera ancora più radicale, quello già approntato da Monti un anno fa, cui poi dovrà seguire una legge di riforma costituzionale, unico atto che può cancellare le province previste dalla Carta Costituzionale. “Sono enti ormai inutili e svuotati di ogni potere”, ribadisce Letta. “ Non è vero- risponde dall’altra sponda l’Unione delle Province italiane che bolla come anticostituzionale il provvedimento governativo- è la macchina politica il vero spreco di denaro pubblico, non certo noi. E’ la politica che deve tagliare le spese, non si risolleva la situazione eliminando le Province”. A dirlo anche il presidente di palazzo Magno,  Rosario De Matteis in questi ultimi giorni. Ma in fondo la querelle va avanti da 10 anni, da quando per la prima volta affiorò l’idea di eliminare tali enti. “Sovrapposizione di competenze con Regioni e Comuni” , questa l’accusa più sentita nel tempo. Come finirà la vicenda lo si vedrà tra qualche mese, precisamente otto, quando si dovrebbero rinnovare ben 53 Consigli provinciali. Se per tale data non passerà il disegno di legge, che prevede il riordino delle funzioni degli enti e promette agli italiani un risparmio di oltre un miliardo di euro in due anni, sarà difficile evitare il voto. Il disegno di legge comunque prevede passi chiave: nascita di 10 città metropolitane, tra Nord e Sud, entro il primo gennaio del 2014 e loro piena operatività entro il primo luglio dell’anno prossimo con a capo un sindaco metropolitano votato dalla comunità, e al vertice di un consiglio di primi cittadini dei comuni con più di 15mila abitanti e dai presidenti delle unioni di comuni fino a 10mila abitanti; nascita di una conferenza di sindaci che riunirà i primi cittadini dei comuni di tutta l’area metropolitana per approvare statuti e bilanci. A tali nuovi organismi andranno le funzioni e il patrimonio delle attuali province che diventeranno enti di secondo livello senza oneri, con presidente eletto da un’assemblea di sindaci e presidenti delle unioni dei comuni e con consiglio composto da primi cittadini con compiti di indirizzo e a titolo gratuito. Tutto ciò fino alla completa abolizione che dovrà avvenire con legge di revisione costituzionale.

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