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martedì, Gennaio 14, 2025

La Confcommercio contro il Comune di Campobasso

QDLa Confcommercio contro il Comune di Campobasso

La Confcommercio interviene a sostegno dei commercianti che hanno una sede fissa in centro

“Non è tutto oro quello che luccica. Così recita un vecchio proverbio e alla stessa conclusione sembra portare l’approfondimento di quanto accade a Campobasso, nell’ambito della fiera che si tiene in pieno centro ogni ultima domenica del mese. Un’occasione che, agli occhi dei più, può sembrare un modo per rivitalizzare la città, ma che invece crea concorrenza sleale nei confronti dei commercianti a sede fissa”.

Parte da questa premessa, il Presidente della Confcommercio Molise Paolo Spina, per passare ad evidenziare le presunte irregolarità sulle quali l’associazione intende fare luce in riferimento al “mercatino” dell’ultima domenica del mese. Confcommercio, infatti, ha già dato mandato all’avvocato Michele Coromano perché venga stabilito se la fiera sia perfettamente inquadrata negli obblighi di legge o vi siano aspetti, che verranno sviscerati tramite il ricorso del legale, non del tutto chiari.

“La fiera, nata inizialmente come un’occasione per mettere in vendita prodotti tipici molisani, al fine di esaltarne la qualità, si è trasformata in tutt’altro. Gli scopi iniziali dell’iniziativa sono stati traditi, ed oggi chiunque si rechi alla fiera può facilmente capire come il 90% degli ambulanti presenti non siano molisani, né vendano prodotti tipici. Inoltre l’iniziativa era destinata a svolgersi il sabato a Selvapiana, mentre si è spostata improvvisamente al centro, la domenica”, spiega Spina.

Proprio tali aspetti sono entrati a far parte dei motivi del ricorso che vede contrapposti i commercianti a sede fissa che operano nel centro di Campobasso e il Comune cittadino. A spiegarli, è il legale della Confcommercio, Coromano. “Nel Protocollo d’intesa tra il Comune di Campobasso e l’associazione che gestisce la manifestazione, si parlava di “un’iniziativa straordinaria e a carattere periodico da tenersi in Selvapiana”. In tale delibera si evidenziava proprio il fine di riqualificazione di una zona “ancora a forte vocazione agricola” per favorire il commercio locale partendo dal presupposto che, visti i progetti in cantiere, tale zona sarebbe diventata, in futuro, “il cuore propulsivo dell’economia dell’Alto Molise””. “Inoltre – approfondisce Coromano – la delibera di Consiglio comunale  n. 16/2012 (modifiche ed integrazioni al Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali al dettaglio su aree pubbliche) inserisce tra le finalità del Regolamento stesso il perseguimento dell’equilibrio tra le diverse tipologie di strutture distributive e forme di vendita e, al contempo, tende alla promozione e salvaguardia del territorio comunale. Lo spostamento della manifestazione presso l’ex stadio Romagnoli compromette sia il succitato equilibrio, favorendo i commercianti ambulanti a discapito delle decine di commercianti titolari di un negozio stabile nel centro cittadino che vedono diminuire notevolmente i loro affari, sia l’obiettivo di promozione e salvaguardia del territorio comunale, in quanto una buona parte degli ambulanti che partecipano alla fiera vengono da fuori regione. Lo stesso regolamento, poi, annovera tra gli indirizzi generali e di programmazione urbanistica per le attività commerciali su aree pubbliche la riqualificazione dei centri storici, dei quartieri periferici e delle aree degradate della città. Appare molto più in linea con questa previsione la scelta di tenere la fiera in questione in località Selvapiana come, del resto, era stato stabilito originariamente, piuttosto che in una zona centrale non facente parte del centro storico né tantomeno di zone degradate della città”.

Nel suo ricorso, l’avvocato mette in campo anche l’ipotesi che possa esserci stato un eccesso di potere da parte della Giunta comunale di Campobasso. “Si sono favoriti gli interessi di una sola parte, l’associazione che gestisce la manifestazione, accogliendone pedissequamente tutte le richieste, senza prendere minimamente in considerazione il parere e gli interessi dei commercianti aventi un negozio stabile nel centro cittadino, che vanno altrettanto e forse anche più tutelati dall‘Amministrazione comunale come rappresentanti della rete commerciale locale”, spiega Coromano.

Dal canto suo, Spina avalla così i motivi del ricorso: “Il commercio regionale deve essere valorizzato e non sacrificato al fine di favorire ambulanti per lo più provenienti da fuori regione. Questi ultimi hanno creato un’azione di disturbo nei confronti dei commercianti che operano in centro. Inoltre, è venuto meno lo spirito dell’iniziativa. Quello, cioè, di valorizzare le tipicità molisane. In fiera vi è di tutto, ma a mancare all’appello sono proprio i prodotti tipici della tradizione locale. Non sembrerebbero mancare, invece, stando ad alcune segnalazioni da noi ricevute, prodotti di scarsa qualità. Ma vi sono poi anche aspetti inerenti le norme igienico-sanitarie che vanno tenuti in considerazione. Molti prodotti alimentari sono venduti all’aperto, senza rispetto per le norme inerenti la manipolazione. Tutte queste attività, come se non bastasse, sono esentasse e non si sa neanche su quale conto corrente transitino i soldi che vengono introitati grazie alla fiera”.

 

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