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lunedì, Aprile 29, 2024

Piange il telefono. Sui tagli alle spese la Regione rischia lo scioglimento ma nessuno si desta e provvede

AperturaPiange il telefono. Sui tagli alle spese la Regione rischia lo scioglimento ma nessuno si desta e provvede

di PASQUALE DI BELLO

Nonostante i numerosi tentativi di Marcello Veneziale, nessuno risponde al telefono della Regione. Invano l’ex presidente della Giunta regionale ha cercato di dare l’allarme su una vicenda che rischia di portare allo scioglimento anticipato della legislatura: il mancato adeguamento ai tagli alle indennità dei Consiglieri regionali decretato dal governo Monti.

Driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… Sembra quasi l’inizio di un albo del mitico Dylan Dog, invece è il telefono dell’ex presidente della Regione, Marcello Veneziale, che cerca di mettersi in contatto con l’attuale governatore. Il telefono piange e se Veneziale non si mette a piangere anche lui, poco ci manca. Sta cercando da giorni, in tutti i modi, di avvertire Frattura della ghigliottina che sta per abbattersi sul bianco collo dei consiglieri regionali e sul roseo incarnato degli inquilini di Palazzo Moffa. A Veneziale, dopo il telefono, restano solo due strade: i segnali di fumo e l’intervista con quel diavolaccio di Giovanni Minicozzi che non passa giorno che Dio mandi in terra che non riesca ad inventarsi uno scoop (scoop che poi – ma lo sappiamo – qualcuno puntualmente al mattino dopo gli copia).

Bene: Veneziale sceglie la seconda strada e a telecamere accese racconta quello che avrebbe detto a Frattura. Attenzione – questo è il senso del messaggio – perché siete fuori tempo massimo. Il due luglio scorso, infatti, sono scaduti i termini per l’adeguamento al decreto Monti che impone un robusto dimagrimento alle indennità dei consiglieri regionali e ai trasferimenti di pubblico denaro ai gruppi politici (tema, ahinoi, tristemente d’attualità). La normativa varata lo scorso anno prevede infatti che entro novanta giorni dall’insediamento della nuova legislatura regionale si proceda al taglio delle indennità, delle prebende, delle cotolette e delle merendine che ogni mese entrano nelle saccocce di lorsigniori consiglieri regionali e tra le loro amabilissime mandibole.

Driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… il telefono ha pianto ma invano. E adesso, cosa accadrà? A svelarlo è lo stesso Veneziale che le carte se l’è lette e studiate. Accadrà che scatteranno pesantissime sanzioni a carico della Regione da parte dello Stato. Sanzioni che arrivano anche ad una decurtazione dell’ottanta per cento dei trasferimenti nazionali. Una botta, una mazzata che la Regione Molise non può permettersi. Ma non è tutto. Qualora nel termine di tre mesi a partire dalla scadenza mancata, ovvero entro il 2 ottobre, la Regione non si fosse ancora adeguata, scatterebbe il commissariamento e il conseguente scioglimento del Consiglio regionale.

Ora noi possiamo comprendere che tra quinto, sesto, settimo e ventesimo assessore la maggioranza sia in atre faccende affaccendata; e possiamo anche capire che l’opposizione faccia altrettanto, colpita dai mortali colpi di sonno che seguono agli interventi di qualche suo soporifero esponente. Possiamo capire tutto, ma quel che non capiamo è come nessuno abbia il terrore di tornarsene a casa per questa clamorosa inadempienza. Ma non finirà così, statene certi: scommettiamo che nei prossimi tre mesi, magari a fine settembre, questo adeguamento al ribasso ci sarà? Noi non ne abbiamo dubbio, come nessun dubbio ci viene sulle ragioni del ritardo. Un ritardo calcolato. Più tardi la facciamo questa cosa – deve essersi detto qualcuno – e più a lungo continuiamo a intascare l’indennità stellare che ogni mese ci finisce in saccoccia (insieme alle merendine e alle cotolette).

Marcello Veneziale continua a telefonare: driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… driiiiiinnnnn…… ma in regione il telefono come piangeva allora così continua a piangere ora.

 

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