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sabato, Aprile 20, 2024

Deleghe ai Consiglieri regionali, tutto fatto. Totaro, Ciocca, Parpiglia, Ioffredi, Cotugno e Di Nunzio i “nominati”

AperturaDeleghe ai Consiglieri regionali, tutto fatto. Totaro, Ciocca, Parpiglia, Ioffredi, Cotugno e Di Nunzio i “nominati”

di PASQUALE DI BELLO

Il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, ha definito la griglia dei consiglieri delegati. Rispettate le previsioni con una sola novità: a Francesco Totaro (PD) vanno Enti locali e Riforme istituzionali. L’ufficializzazione delle nomine avverrà lunedì.

Dopo una genesi tra il biblico e l’elefantiaco, è stata finalmente partorita la griglia dei Consiglieri delegati, figure mitologiche che nessuno statuto o regolamento prevede ma ugualmente esistenti nel bosco e nel sottobosco della politica molisana. Frattura non c’entra, non sono invenzione sua essendo stati generati già durante l’era Iorio. Servono, in pratica, per accontentare tutti e smaltire colichette e mal di pancia. Lo hanno fatto, lo fanno e lo faranno tutti: centrodestra e centrosinistra che, in questo, come in tante altre cose, pari sono. Alle spicce, questa è la griglia: Francesco Totaro: Enti locali e Riforme istituzionali; Salvatore Ciocca: Protezione civile; Carmelo Parpiglia: sport; Nico Ioffredi: Cultura; Vincenzo Cotugno: Programmazione e Autorità d’ambito; Domenico Di Nunzio: Turismo.

Scorrendo l’elenco, due sono le novità di rilievo. La prima, quella più inattesa di tutte, è la doppia delega a Totaro (PD) per gli Enti Locali e le Riforme istituzionali. Delega inattesa cha va letta non solo e non tanto sotto il profilo della novità ma quanto del merito. Quelle due paroline, “riforme istituzionali”, vengono messe nelle mani di chi, rispetto ad una riforma ben precisa, si è dichiarato sempre contrario. Parliamo della legge regionale 21/2012, quella che fissa a quattro il numero degli assessori. Per Totaro quella è e quella deve restare. Lui, di quinto assessore, non ne vuole nemmeno sentire parlare. Vedremo come si porrà rispetto ad un altro profilo, quello della sospensione degli assessori, istituto tutto da codificare in vista dell’ingresso in Consiglio regionale dei primi dei non eletti.

La seconda novità riguarda don Vincenzo Cotugno (Rialzati Molise), a cui il titolo di “don” va riconosciuto d’ufficio visto il garbo e la signorilità con i quali ha vissuto un immeritato calvario personale e politico. Per lui, questo dicono i bene informati, verranno tempi migliori. Ma bisognerà aspettare l’estate 2015 quando ci sarà la elezione (prevista da statuto) del presidente del Consiglio regionale. E’ lì che si rimescoleranno le carte e, finalmente, don Vincenzo potrà trovare spazio per le proprie sacrosante e legittime richieste di un ruolo istituzionale. Parliamoci chiaro, i consiglieri delegati è vero che esistono ma non hanno alcun potere. E’ come se, ai tempi del vecchio Totocalcio, ci si fosse trovato tra le mani una schedina con undici punti totalizzati. L’impressione è quella di aver vinto ma l’unica cosa certa è quella d’aver perso. Fare undici, o fare zero, è (o meglio era) la stessa cosa. Restando alla prosa pedatorio-pallonara, non riusciamo a capire se la sottrazione a Cotugno della delega (annunciata da Frattura) alle Politiche per il credito sia un autogol oppure un punto a vantaggio. Le politiche del credito, in Molise come in tutto il mondo, le fanno le banche, comprese la Finmolise che sarà pure la finanziaria regionale ma che quanto a mentalità è l’equivalente di un istituto di credito. A posto delle Politiche per il credito (che a questo punto resterebbero all’assessore Scarabeo) subentra la delega alle Autorità d’ambito, definizione lunare che comprende tutto quello che riguarda l’organizzazione del servizio idrico integrato, acquedotto, depurazione e fognatura. Insomma, una delega da sommergibilisti.

Lasciate le novità per Totaro e Cotugno, andiamo avanti. A Salvatore Ciocca (Federazione della sinistra) va una delega telefonata, ampiamente preannunciata sin dalla scorsa legislatura: quella alla Protezione civile. Ciocca ha condotto una personale battaglia sul tema ed è, allo stato degli atti, il principale “accusatore” dell’ex direttore generale dell’Agenzia, Giuseppe Giarrusso. La sua, quindi, è una delega honoris causa come lo è, del resto, anche quella finita a Carmelo Parpiglia (Idv) a cui è andato lo Sport. Chiudono la lista Nico Ioffredi (Sel) a cui va la Cultura e Domenico Di Nunzio a cui è stato assegnato il Turismo.

Manuale Cencelli alla mano, ora dovrebbero essere tutti felici e contenti. L’estate sta arrivando e ciascuno potrà sorseggiare con serenità e soddisfazione la granita sotto l’ombrellone: le deleghe sono finalmente in pugno. Poi, finita l’estate, si vedrà e, soprattutto, si capirà a cosa servono queste deleghe e come, operativamente, verranno utilizzate. Nel frattempo, diamoci alla Hit parade. Due sono le canzoni che questa vicenda tira fuori dal deposito della memoria. La prima è quella dell’estate che finisce, e la suoneremo quando le deleghe diverranno effettivamente operative, la seconda è, come dire?, una canzone spartitoria. Gli autori sono i medesimi, i fratelli Righeira. L’Estate sta finendo, saluterà il tempo degli ombrelloni; la seconda, invece, potrà andare bene per tutto l’anno. Si chiama in italiano “Uno per te, uno per me” ma tutti la ricorderanno come “One for you, One for me”, che è la versione ballerina del Cencelli. Non è forse uno “One for you, One for me” questo balletto delle deleghe? La canzone, dicevano il Led Zeppelin (che ci perdoneranno l’accostamento), rimane la stessa. The song remains the same,  vale per il centrosinistra oggi come per il centrodestra ieri e, soprattutto, vale per sempre.

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