Il Molise è tra le prime regioni italiane a vantare il primato dell’invalidità. Il venti per cento dei molisani, vale a dire uno su cinque percepisce una pensione di invalidità. Lo dicono i dati Istat, numeri troppo alti per una regione così piccola, al punto da mettere una pulce nell’orecchio degli inquirenti che hanno iniziato ad avere il sospetto che non tutti fossero veri invalidi. Così è partita la prima indagine portata avanti dai Carabinieri del Nas di Campobasso guidati dal comandante Antonio Forciniti che ha incrociato alcuni i dati, andando a vedere ad esempio chi tra i non vedenti avesse anche la patente. E così che sono stati scoperti i primi quattro casi in basso Molise: due sorelle a Casacalenda e due uomini residenti a Morrone del Sannio e a Termoli. Disabili al 100 per cento per una patologia che li aveva ridotti a vedere solo ombre. In realtà conducevano una vita normale, guidavano l’auto e qualcuno ha preso anche una multa per eccesso di velocità. Farebbe ridere, se invece non fosse così drammatico. “Hanno truffato tutti, lo Stato, ma anche chi è davvero disabile e magari quella pensione non riesce a prenderla” aveva affermato il procuratore Ludovico Vaccaro, tanto da presentare ricorso al Riesame contro la decisione del gip Vezzi di non concedere i domiciliari. A giorni il responso dei giudici di Campobasso e intanto l’inchiesta spalanca le porte a un nuovo filone tutto da approfondire e cioè quello dei medici che hanno certificato il falso e dei componenti delle commissioni di invalidità dell’Asrem che hanno dato l’ok definitivo per la pensione. Chi sono e soprattutto in cambio di cosa hanno commesso un reato. Saranno gli inquirenti ora a scoprirlo.