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sabato, Dicembre 14, 2024

Gruppi regionali e quinto assessore: tutti i guai della “filiera rossa” molisana

AperturaGruppi regionali e quinto assessore: tutti i guai della “filiera rossa” molisana

di PASQUALE DI BELLO

PD, Rifondazione, Comunisti italiani e Sel escono malconci sia dall’esame delle spese dei Gruppi regionali compiuto dalla Corte dei conti sia da quello politico relativo alla vicenda del quinto assessore. Buone prediche e cattive pratiche che rischiano di offuscare l’immagine della coalizione di centrosinistra.

Parlando di mucche, anzi di manze, il senatore del PD Roberto Ruta ha annunciato la prossima calata in Molise di una mandria di vacche che, secondo quanto riferiscono gli esperti della materia, ci appesteranno la vita e le narici con i loro miasmi. Emissioni e vapori gassosi dei quali, per decenza, vi risparmiamo la provenienza. Certo, visto come siamo messi, c’è anche il rischio che nessuno se ne accorga, tant’è l’abitudine che abbiamo sviluppato nello stare seppelliti da montagne di guai altrettanto profumati. Basta leggere, ad esempio, le delibere pubblicate sinora dalla Corte dei Conti in relazione ai rendiconti 2012 dei Gruppi regionali, per rendersi conto di come stanno tinte le cose: al cioccolato. Non ce n’è uno, uno solo, tra i gruppi sinora esaminati (quasi tutti) che abbia le carte in regola.

Sorprende, alla lettura dei dati (un vero e proprio rompicapo), come alla gestione disinvolta e frivola delle risorse pubbliche non sia esente la “filiera dei compagni”, quella che nel corso del 2012 era rappresentata in regione dal PD, da Rifondazione comunista-Comunisti italiani e da Sinistra ecologia a libertà. Tutti eredi, più o meno, e più o meno a modo loro, di quel Partito comunista che fece della questione morale (e la gestione dei fondi pubblici è una parte di tale questione) uno dei cavalli di battaglia di cui la sinistra, legittimamente, va ancora fiera. Ma il punto, come in tutte le cose, è che alla predica segue la pratica e sono in tanti a predicare bene e a razzolare male. Ad esempio: sono ben 47mila gli euro non ammessi a rendicontazione che la Corte dei Conti ha contestato a Rifondazione Comunista-Comunisti italiani per il 2012 e oltre 33mila quelli segnalati a carico del PD. Ma non è solo un problema di spese non rendicontabili, perché anche tra quelle ammesse ve ne sono alcune delle quali dobbiamo capire la spiegazione, come quelle di Sinistra ecologia e liberta che nel 2012 ha speso quasi 3mila e 500 euro in buoni pasto. Sempre Sel, nel 2012, è stato anche il partito a più alto tasso di caffeina dell’intero Consiglio regionale: dal numero di scontrini equivalenti alle spesa di un caffè c’è da immaginare che abbiano passato notti insonni da far impallidire  l’Innominato manzoniano.

Non contenti, i compagni, in attesa di bere meno caffè e compilare resoconti intellegibili e ordinati, adesso che l’hanno conquistata la Regione, stanno facendo di tutto per perderla. La questione regina, quella che va oltre ogni possibile miasmo, che sia esso prodotto dalle manze o dai gruppi, è ormai arcinota: l’assessorato a Rialzati Molise. Nel corso della recente assemblea regionale del PD è stato ribadito a chiare lettere che prima di abrogare la legge 21 e procedere con la nomina del quinto assessore, bisogna mettere mano all’intero sistema della spesa istituzionale e consentire che ogni intervento avvenga a costo zero. Insomma, un modo come un altro per rimandare la questione alle calende greche. Frattura non era presente all’assemblea del proprio partito, e bene ha fatto a non andare. Gli sarebbe toccato di parlare e il PD, quanto a chiacchiere, è al completo. Le ciance non solo abbondano, ma stanno anche a zero come risultati. Frattura ha una sola strada per evitare di restare vittima di queste tarantelle. Bisogna rimettere mano a tutto, dicono i suoi? Bene: in attesa di farlo tolga allora un assessore del PD e nomini Vincenzo Cotugno. Lo reclamano oltre 14mila elettori che hanno votato Rialzati Molise e che non hanno alcuna intenzione di restare nel freezer. Diversamente, a quello delle manze e dei gruppi, s’aggiungerebbe dell’altro profumo: e non ci pare il caso. Salvatore Ciocca, Federazione della Sinista-Rifondazione Comunista, lo ha detto a telecamere aperte: “Francamente non ne posso più!”, ha sbottato. Evidentemente, anche a sinistra, l’aria s’è fatta irrespirabile e, oltre al tanfo, comincia a sentirsi anche puzza di bruciato.

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