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giovedì, Aprile 25, 2024

Cavaliere: “Su Statuto e quinto assessore, l’opposizione pronta alle barricate”

AperturaCavaliere: "Su Statuto e quinto assessore, l’opposizione pronta alle barricate"

di PASQUALE DI BELLO

Durissimo intervento in aula di Nicola Cavaliere (Pdl) che incalza la maggioranza sui temi dello Statuto Regionale e del quinto assessore. L’opposizione chiede l’immediata promulgazione della Carta regionale e lo stop alla nomina di un nuovo componente della Giunta. Ipotizzata l’occupazione dell’aula consiliare.

Quando si è alzato in piedi e si è aggiustato microfono e giacca, col fare di chi la politica la sa e la sa fare, la nostra idea era che da lì a qualche istante il Consigliere regionale del Pdl, Nicola Cavaliere, stesse per intonare Guapparia come Mario Merola. “Scetáteve, guagliune ‘e malavita… ca è ‘ntussecosa assaje ‘sta serenata”. Pareva volesse proprio cominciare così, Cavaliere, tant’era ‘ntussecosa la serenata che stava per cantare alla maggioranza al governo della Regione Molise. In discussione, ai primi due punti all’ordine del giorno, due questioni che rischiano di diventare due spine, se non due giavellotti, nel fianco del centrosinistra: la promulgazione dello Statuto regionale e l’abrogazione della legge 21 del 5 ottobre 2012, quella che, adeguandosi alla spending review messa in campo dal raccapricciante governo Monti, ha ridotto a venti il numero dei consiglieri regionali e a determinato a quattro il numero massimo degli assessori.

La serenata di Cavaliere parte da qui: dal collegamento tra la promulgazione dello Statuto e l’abrogazione della legge 21, due temi collegati dalla maggioranza che, evitando di promulgare il primo e pressando per abrogare la seconda, cerca di aprire la strada al quinto assessore, quello che dovrebbe porre rimedio al torto sesquipedale patito da Rialzati Molise, la seconda formazione della coalizione dopo il Pd, rimasta a bocca asciutta dal riparto delle cariche governative e istituzionali. E’ cosa nota che Vincenzo Cotugno, consigliere eletto dalla formazione centrista, è rimasto a casa con i ricci fatti, come si suol dire: sposa predestinata per la Presidenza del Consiglio (che invece è andata a Vincenzo Niro dell’Udeur) sedotta e abbandonata ai piedi dell’altare. Un problema politico enorme, quello che si è aperto per Frattura & Co., poiché Cotugno non ha nessuna voglia di restare coi ricci fatti a contemplare una messa in piega che non servirà per nessuna cerimonia. Meglio un parrucca maledetta e subito, dicono dalle parti di Rialzati Molise, che riccioli e boccoli. E la parrucca è un assessorato, subito. Non importa se quinto, quarto, terzo, secondo o primo: l’importante è che ce ne sia uno, e il ragionamento non fa una piega.

Bene, prima di cantare la sua Guapparia, tutto questo Nicola Cavaliere lo sa. Sa che il pateracchio e politico e allora cosa fa? Riavvolge il nastro, rimette indietro le lancette dell’orologio e fa ripartire il film da quel 5 ottobre 2012 quando molti dell’attuale maggioranza, allora sparsi tra minoranza e amici di Iorio, si spesero ad innalzare voti e lodi all’altare della riduzione di consiglieri e assessori (con la sola eccezione di Salvatore Ciocca). Cavaliere va a ripescare le dichiarazioni rese quel cinque ottobre.

Vincenzo Niro (Udeur, all’epoca nella maggioranza Iorio) auspica che il Consiglio “approvi la legge all’unanimità per avere un segnale forte nei confronti della nostra Italia, non soltanto del nostro popolo regionale”. Da parte mia, dice, “credo da parte di questo Consiglio regionale c’è la più ampia volontà di tagliare quanto più possibile”.

Michele Petraroia (Pd): “In maniera rapida io dico semplicemente che sono d’accordo, bisogna votare immediatamente per il recepimento di questa legge, farlo subito, recuperare il tempo che evidentemente si è perso sull’argomento, però dare anche, con concretezza, un percorso che ci aiuti per davvero, non soltanto a recepire la 148, ma arrivare alle prossime elezioni con 20 Consiglieri da eleggere. Quindi su questo argomento cerchiamo di sgomberare il campo, lo dico anche a parte della stampa che non sempre segue con attenzione tutta la materia che è abbastanza complessa. Questa legge ha un senso se si incardina sulla modifica dello Statuto e sulla legge elettorale”.

Cristiano Di Pietro (Idv): oggi parliamo della riduzione a 20 Consiglieri e noi dell’Italia dei Valori siamo favorevoli a questa riduzione, l’appoggiamo, la votiamo perché vogliamo essere propositivi per quanto riguarda l’effetto Robin Hood che dobbiamo avere”.

Danilo Leva (segretario regionale del Pd e, all’epoca, consigliere regionale a oggi deputato): “Molto rapidamente per confermare il voto favorevole del Partito Democratico alla proposta di legge in esame. Credo che sia il momento di non perderci in troppe chiacchiere e dare un segnale immediato all’esterno perché rischieremo altrimenti di accartocciarci in discussioni inutili e tutte autoreferenziali che parlano al ceto politico e non invece all’opinione pubblica. Qui il tema non è “riduciamo gli stipendi”. Dobbiamo ridurre il numero degli Assessori e dobbiamo ridurre anche i costi della politica, con grande serenità dobbiamo fare quello e quello, ridurre il numero dei Consiglieri e ridurre allo stesso tempo i costi della politica. Lo dobbiamo fare con serietà, con immediatezza e con senso di responsabilità perché questa è una fase che poi riguarda tutti. Quando piove, piove per tutti”.

Alla luce di queste dichiarazioni, appare chiaro come quella su Statuto e legge 21 (la cui trattazione è stata rinviata a sabato per probabili scricchiolii nella maggioranza) sia stata una seduta lisergica. C’è infatti qualcosa di psichedelico, indubbiamente, se da ottobre a maggio tutti quelli che volevano la legge 21 ora vogliono abrogarla. Delle due l’una: o sono i molisani ad avere le allucinazioni o, viceversa, sono i loro rappresentanti ad essere allucinati.

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