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martedì, Maggio 7, 2024

Compie 40 anni Jesus Christ Superstar , il capolavoro musicale che cambiò il cinema.

CinemaCompie 40 anni Jesus Christ Superstar , il capolavoro musicale che cambiò il cinema.

di Emi Curatolo

Compie 40 anni Jesus Christ Superstar, il film musicale di Tim Rice diretto da Norman Jewison che nel 1973 propose una visione dell’ultima settimana della vita di Cristo non solo totalmente anticonvenzionale ma perfino antagonista di quelli che nell’immaginario collettivo furono gli ultimi giorni e la passione di Gesù.
Il Film prese spunto dall’omonima Opera rock del 1970, un doppio Album suonato da un gruppo di giovanissimi musicisti, considerati tra i migliori del panorama rock inglese: un Tim Rice ventiseienne, un Andrew Lloyd Webber ventiduenne e Ian Gillan, cantante dei Deep Purple, nell’ interpretazione di Gesù Cristo. L’ Album demolì in brevissimo tempo tutti i record: più di duemilioni di album venduti solo nelle prime venti settimane.

Accattivante la trama del film. Un gruppo di hippie portano in scena con grande professionalità, ognuno con ruolo protagonista narrante, la propria interpretazione dell’accaduto. L’intero copione è caratterizzato dalla figura carismatica e razionale di Giuda Iscariota (Carl Anderson), nero nel colore della pelle, il quale non cede alla trasposizione di carnefice quanto piuttosto a quello di vittima di un disegno divino al pari del suo maestro. Gesù (Ted Neeley) si presenta in tutta la sua umana bellezza, non contorniato dall’aurea mistica alla quale siamo abituati. Non compie miracoli o atti gloriosi ma si mostra semplicemente per l’uomo che è e come uomo in preda a dubbi paure timori e dolori. La sua anima è messa a nudo e l’immagine è di debolezza e fragilità. Ponzio Pilato (Barry Dennen) è un uomo ambiguo e mediocre tormentato da dubbi e perplessità. Nel film non compare mai Maria (la madre di Gesù) ma l’unica figura femminile è Maria di Magdala (Yvonne Elliman), donna dolce e affascinante, identificata come peccatrice ma in preda ad un amore, quello per Gesù, che non riesce a comprendere e che tenta di respingere pur alfine accogliendolo in cuor suo.

Possiamo immaginare quanto nell’epoca in cui fu presentata fosse rivoluzionaria e dissacrante quest’opera che accostava, nell’irriverenza più totale, il Vangelo a quella che negli anni 70’ era giudicata la musica del peccato: il rock. Molte furono le polemiche e le grida al blasfemo ma una cosa fu’ chiara a tutti: ci si trovava davanti ad un’opera geniale, un vero capolavoro che ha cambiato la storia del cinema musicale, una gemma che ricordiamo oggi a quarant’anni dall’apparizione e che ricorderemo per tutto il tempo a venire.

 

 

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