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venerdì, Aprile 26, 2024

Isernia, chiusi i comizi attesa spasmodica per il voto

EvidenzaIsernia, chiusi i comizi attesa spasmodica per il voto

Serena e tranquilla, a dispetto delle polemiche sui programmi copiati, la chiusura della campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Isernia. Il primo a chiudere, con un comizio in piazza Celestino V, cuore del capoluogo pentro, è stato Celeste Caranci, candidato sindaco di Isernia Bene Comune La Sinistra, che, all’inizio del suo intervento si è commosso ricordando la figura di don Gallo, il prete degli ultimi, scomparso ieri a Genova.
Caranci ha parlato della necessità di rinnovare del tutto la politica cittadina, abbandonando la parentela incestuosa tra destra e finta sinistra. Poco dopo è stata la volta di Luigi Brasiello, candidato sindaco del Centrosinistra, che ha chiuso la sua campagna in piazza Dieci Settembre. Brasiello ha confermato la linea guida della sua strategia, improntata alle analogie con quanto accaduto alla Regione, dove il tradizionale Centrosinistra, allargato alle forze moderate di centro e ai rappresentanti della società civile, ha avuto la meglio sul Centrodestra. E Brasiello ha confermato la volontà di rendere Isernia sempre più sintonizzata sulla lunghezza d’onda dell’attuale governo regionale. L’ultimo a chiudere è stato Giacomo D’Apollonio, candidato sindaco del Centrodestra che ha concluso il suo tour elettorale all’Hotel Europa, tradizionale e scaramantico luogo di raduno dei moderati isernini, che si sono raccolti intorno all’ex generale della Finanza. L’uomo che vuole incarnare la figura di una persona tutta d’un pezzo, onesta e trasparente, alla guida di Palazzo San Francesco. Così tra applausi, musica e brindisi di chiusura, si è conclusa una campagna elettorale che, a Isernia, prima è stata silente e quasi timorosa di manifestarsi. Poi nelle ultime ore, con le accuse e le polemiche sui programmi copiati, si è animata notevolmente. Ma rispetto ad altri anni ed altri tempi, c’è da dire che questa volta Isernia ha dato tutta l’impressione di assistere indifferente e diffidente alle manifestazioni elettorali. Pesa la crisi e pesa tanto anche il distacco tra la politica e la gente comune.

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