I consiglieri Fusco, Sabusco, Cavaliere e Micone annunciano battaglia contro l’approvazione del documento elaborato da Filippo Basso.
“Attiveremo il ministro della Salute Lorenzin, andremo a Roma perché il ricatto che dura da anni deve finire”. I consiglieri regionali di centrodestra Fusco, Sabusco, Cavaliere e Micone annunciano le loro intenzioni in una conferenza stampa. Sono convinti che nei confronti del Molise ci sia un accanimento da parte del governo centrale e contestano apertamente l’operato dell’ormai ex commissario Filippo Basso, estensore del tanto vituperato Piano sanitario. Un documento che, secondo Angela Fusco Perrella altro non è che un “taglia e incolla” eseguito da una società che si occupa di elaborare piani sanitari per molte Regioni. E dunque un documento di programmazione che non ha alcuna aderenza con il territorio molisano, con i suoi problemi. “Vengono chiusi gli ospedali e nel frattempo vengono aperte le Rsa – dicono i consiglieri di opposizione – Rsa che, vale la pena di ricordare, i cui costi sono a totale carico delle famiglie dei pazienti. L’assistenza socio sanitaria va garantita su tutto il territorio ed i distretti vanno riempiti di contenuti, devono fornire quei servizi che gli ospedali non possono dare”. Il Piano sanitario, va detto, attualmente è all’attenzione dei ministeri dell’Economia e della Salute per la sua validazione. Dunque al momento non è stato ancora approvato né tantomeno pubblicato. Per questa ragione i quattro esponenti di centrodestra vogliono anticipare i tempi, sollevare il polverone prima che sia troppo tardi, prima, cioè, che il documento di programmazione sanitaria venga definitivamente adottato. Ma stando alla situazione attuale le eventuali modifiche possono apportarle proprio i due ministeri. Il Consiglio regionale non avrebbe alcun titolo ad intervenire, essendo la Regione commissariata. Critiche a non finire, quelle sollevate dai quattro consiglieri di opposizione: dubbi sull’annunciata integrazione delle strutture pubbliche con quelle private, soprattutto sulle modalità e le finalità da perseguire. Critiche sui tagli apportati alle strutture ospedaliere, alcune chiuse, alcune ancora aperte ma senza un preciso scopo. E poi ricordano, gli esponenti di centrodestra, il ‘processo’ a cui fu sottoposto Michele Iorio, quando fu chiamato a decidere cosa fare degli ospedali. “Probabilmente se li avesse chiusi sarebbe stato affidabile agli occhi dei Governo, come sta accadendo oggi a Frattura – ironizza Nicola Cavaliere – Ci veniva urlato che il Piano sanitario era di esclusiva competenza del Consiglio regionale ed oggi il governatore dice che il documento è emendabile ma non si sa ancora bene come andrà a finire. Non vogliamo essere distruttivi, negativi, ma non consentiremo a nessuno di fare demagogia”, avverte l’esponente del Pdl. E mentre Micone parla di “grave scorrettezza istituzionale” da parte di Basso, accusato di aver approvato il piano nel periodo di vacatio istituzionale, quando cioè era stato confermato l’annullamento delle elezioni, gli altri colleghi sottolineano il vistoso sbilanciamento del Piano in favore della sanità privata, “mentre notoriamente l’idea della sinistra è orientata verso una sanità pubblica. Ma nessuno parla”. A parlare, invece, sono i quattro consiglieri di centrodestra che hanno già preparato un piano-quadro sulla sanità i cui contenuti saranno illustrati presto all’intero Consiglio regionale.