A poco meno di un anno e mezzo dall’operazione Alta Moda, condotta dalla Guardia di finanza di Isernia, la Procura ha chiuso le indagini sul “crac della It Holding, chiedendo il rinvio a giudizio per 15 persone e l’archiviazione per altre 13. A questo punto la palla passa ai giudici (Gip), che dovranno prima fissare l’udienza preliminare e successivamente decidere (Gup) se processare o meno i principali indagati: oltre che per l’ex patron del gruppo, Tonino Perna, il procuratore capo Paolo Albano ha ipotizzato il reato di bancarotta fraudolenta aggravata anche nei confronti di altre 14 persone legate all’amministrazione delle varie società del gruppo. Sono: Maurizio Negro, Alessandro Finizio, Antonio Di Pasquale, Simone Feig, Giancarlo Di Risio, Antonio Arcaro, Giovanni Borreca, Sergio Lin, Francois Andrè Elvinger, Andrea Manghi, Carlo Nicolai, Paolo Giorgio Bassi, Fabio Fusco e Franco Orlandi. Per una delle società della ex It Holding Perna e Lin dovranno anche rispondere di evasione fiscale. Per altre 15 persone, come detto, gli inquirenti hanno ritenuto di stralciare le loro posizioni e di chiedere l’archiviazione, poiché – è il parere della Procura – non hanno inciso sulla bancarotta. Ora l’iter entra nella fase decisiva, dopo un lungo braccio di ferro tra accusa e difesa che tra l’altro, dopo una manciata di giorni dall’arresto, ha portato alla scarcerazione di Perna, decisa prima dal Riesame e poi confermata dalla Cassazione. Analogo discorso anche per il sequestro di alcuni beni. Nel frattempo la Procura isernina ha alleggerito Perna di alcuni capi d’imputazione, come ad esempio quello relativo ai compensi ricevuti: sono stati ritenuti sostanzialmente in linea con quelli di altre società che operano in Italia. Da questo punto di vista sono state stralciate anche le posizioni di Finizio, Feig, Di Pasquale e Negro.