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mercoledì, Aprile 24, 2024

Bufera nel centrosinistra: salta per il momento il quinto assessore

AperturaBufera nel centrosinistra: salta per il momento il quinto assessore

di PASQUALE DI BELLO

E’ stata una seduta turbolente quella della prima Commissione consiliare chiamata a dare il sostanziale via libera alla ipotesi del quinto assessore, fortemente voluto dal presidente della Regione. Paolo Frattura si è speso nei giorni scorsi affinché Rialzati Molise, e il suo leader Vincenzo Cotugno, potessero avere nell’esecutivo regionale una legittima rappresentanza. La lite scoppiata nella maggioranza ha bloccato tutto e rischia di diventare per Frattura una mina che potrebbe esplodere con effetti imprevedibili.

Di questo passo, la maggioranza di Paolo Frattura dovrà ricorrere al Vangelo per sfamare il legittimo appetito di Rialzati Molise, la formazione politica più penalizzata della storia molisana. Bisognerà consultare infatti il manuale di Santa romana chiesa per allargare dagli attuali quattro a cinque i componenti dell’esecutivo regionale. Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, può darsi che tra quelle dei miracoli vi sia anche la ricetta per la moltiplicazione degli assessori. In attesa che ciò avvenga, non possiamo non registrare l’ennesima battuta d’arresto della maggioranza che ha eletto Paolo Di Laura Frattura alla presidenza della Regione. Carte alla mano, come si suol dire, pare che questa maggioranza al momento sia riuscita a fare solo una cosa: eleggere Frattura, poi il vuoto. Conseguito l’obiettivo di pensionare Michele Iorio, poi altri non ne vediamo. O, almeno, non ve vediamo sul piano politico. Accantoniamo per una attimo le questioni apocalittiche, come quella della Gam (per restare alla cronaca) essendo chiaro che Frattura e soci hanno ricevuto in dote dal vecchio governo regionale una serie di bombe ad orologeria destinate ad esplodere una dopo l’altra; lasciamo perdere questo aspetto e concentriamoci invece su quello politico, che è propedeutico di tutto il resto, Game et similia compresi. Perché se una maggioranza c’è e tiene, c’è e tiene su tutto, diversamente la strada del camposanto politico è garantita, perché chi ha vinto è destinato a perdere alla prima occasione.

Partiamo da questo, dalla vittoria del centrosinistra. Frattura ha letteralmente cappottato Iorio, stracciato con trentaseimila voti di differenza, un patrimonio che autorizzava chiunque a scommettere sulle capacità di tenuta della coalizione vincente. Letta oggi, invece, quella storia sembra un’altra storia. Dopo due mesi e mezzo dalla luna di miele con i molisani, quella di Frattura è una maggioranza già politicamente in crisi. Prendete quello che è successo in prima Commissione consiliare, quella chiamata a dare il via libera alla abrogazione della legge 21 che fissa a quattro il numero degli assessori. L’eliminazione della legge, lo diciamo a beneficio dei distratti, in assenza di promulgazione del nuovo Statuto regionale darebbe il via libera alla estensione a cinque dei componenti dell’esecutivo. Fatto che consentirebbe l’ingresso di Vincenzo Cotugno, consigliere regionale di Rialzati Molise, nella rivista Giunta regionale. La soluzione, studiata e proposta dallo stesso Frattura, oggi è saltata col botto, come certi tappi stizzosi al cenone di fine anno. Avviata la discussione, è stata l’Udeur a chiedere il rinvio (sine die) della questione, ufficialmente perché al fascicolo in esame mancava il parere dell’Avvocatura dello Stato. Parere del tutto inutile, visto che l’argomento investe una legge ordinaria che può essere tranquillamente abrogata in qualsiasi istante, a condizione che vi sia una maggioranza politica capace di farlo e, ancor prima, che vi siano la volontà e la determinazione politica. Evidentemente, in questo caso mancano sia l’una che l’altra.

Allora il tema si fa delicato e potrebbe minare sin dai primi vagiti l’era Frattura. Alla richiesta dell’Udeur (che è passata) ha fatto seguito la scenata di Cristiano Di Pietro dell’Italia dei valori che, per protesta, ha abbandonato i lavori, mentre il PD, al solito, ha fatto quello che meglio gli riesce fare: niente. Appare evidente che i democratici vogliono cuocere a fuoco lento Cotugno e determinare l’espulsione dalla maggioranza di quello che considerano un partito pericoloso. Non dimentichiamoci infatti che Rialzati Molise è nato con la benedizione di Aldo Patriciello, europarlamentare del Pdl. All’accoppiata romana, Ruta-Leva, un Patriciello forte non piace, sia in prospettiva interna che nazionale: potrebbe, il politico venafrano, entrare con loro in una concorrenza che intaccherebbe la rendita di posizione della quale attualmente godono. Quel che va detto, però, è che i giochetti romani rischiano di far deragliare Frattura. E’ fatto notorio come sulla nomina di Vincenzo Niro (Udeur) a presidente del Consiglio regionale vi sia stata la longa manus di Roberto Ruta ed è altrettanto noto che sue sono le impronte digitali dell’ “assassino” di Vincenzo Cotugno, episodi per i quali chi rischia di pagare dazio è Frattura. E’ lui che deve dimostrare se ha una maggioranza e se questa segue lui o gli ordini che arrivano dalla Capitale. L’episodio di oggi, ovvero la sostanziale bocciatura del quinto assessore, fortemente voluto da Frattura, inserito nel contesto di un avvio legislatura a dir poco strampalato sul piano istituzionale (pensiamo alla elezione di Filippo Monaco nell’Ufficio di Presidenza, lui minoranza eletto con i voti della maggioranza) segna un punto a sfavore del neogovernatore. Tocca a lui dimostrare che una maggioranza ancora ce l’ha, perché a giudicare da quanto accaduto la conclusione che si può trarre è una sola: una maggioranza c’è, ma non è la sua.

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