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giovedì, Aprile 25, 2024

Così giovani e già “sistemati”, ma grazie al curriculum e ai colloqui: “Ci danno anche i ticket”. L’esperienza di due milanesi raccontata a Termoli

EvidenzaCosì giovani e già "sistemati", ma grazie al curriculum e ai colloqui: "Ci danno anche i ticket". L'esperienza di due milanesi raccontata a Termoli

Termoli. L’addio al celibato offre momenti di incontro con gli amici di sempre ma anche occasioni per conoscere chi si è fatto una vita in altre realtà. Se poi queste persone sono ragazzi poco più che ventenni, cambia anche il senso della serata.

E così incontriamo in una pizzeria di Termoli Gaetano, 21 anni e Alberto, 23. Entrambi vivono vicino Milano e sono tornati in città proprio per partecipare a un matrimonio. Così giovani e già “sistemati”. Non da qualcuno, come si direbbe dalle nostre parti (e la casistica diventa infinita), ma semplicemente presentando curricula e sostenendo dei colloqui. Niente di più.

Entrambi non sono laureati e hanno conseguito un diploma all’Industriale per programmatori. Gaetano lavora come tecnico a Sky, sì proprio quella di Murdoch. Guadagna mille e trecento euro al mese e dice “per ora va bene, poi devo crescere e fare qualcosa di più interessante”. Alberto, invece, ha da poco firmato un contratto a tempo indeterminato con la Confcommercio. Anche lui prende mille e trecento euro e, sottolinea, ha pure il blocchetto dei ticket, quelli che servono per mangiare.

Raccontano le loro esperienze con la tranquillità e la serenità di chi vive in una realtà di certo diversa ma “mettendosi sempre in gioco“. Gaetano, ad esempio, ricorda di avere inviato curricula dappertutto e di essersi seduto davanti a decine di commissioni per i colloqui. Poi, ce l’ha fatta nell’azienda dove fa il tecnico “e studia pure per tenersi aggiornato“.

Tutti e due vivono a casa con i genitori ma, tengono a precisare, “la paghetta non l’hanno mai ricevuta“. Vallo a dire a chi, dalle nostre parti, si alza la mattina o, meglio il pomeriggio, aspettando quella “mano dal cielo” che chissà quando arriverà. Per loro, ora ci sono mamma e papà e, magari, anche i nonni e qualche “amico”. Va da sè che Gaetano e Alberto del termine “raccomandazione” non vogliono proprio sentir parlare. “Al massimo c’è qualche distorsione nel pubblico ma nel privato – osservano – non esistono, se sei capace e vuoi fare qualcosa ti prendono e ti fanno lavorare“.

Questa la loro esperienza sul campo mentre un altro ragazzo molisano seduto al tavolo “sgrana” gli occhi e racconta di essersi laureato da due settimane e di non sapere proprio cosa fare: “Tu lavori alla Confcommercio con un contratto, qua se da qualche parte ti fanno fare uno stage è oro colato, spero di trovare qualcuno che mi faccia fare qualche esperienza”. Toh! I due “milanesi” non vogliono nemmeno sentire la parola stage o, tanto per cambiare, tirocinio: “Se non sganciano noi non ci pieghiamo e dato che da noi nessuno è disposto a lavorare gratis alla fine le aziende devono arrendersi e assumere“. Questa la loro filosofia.

Annuisce il ragazzo fresco di laurea che vive in un centro del Basso Molise. “Qui però stiamo bene, la vita costa poco anche se non c’è lavoro, che dobbiamo fare“. All’ombra della Madonnina il pane costa invece cinque euro al chilo, gli affitti sono alle stelle ma questo di certo non è un problema per i due ragazzi lombardi: “Per ora riusciamo anche a metterci i soldi da parte, presto andremo a vivere per i fatti nostri e ai nostri genitori pagheremo anche una cena, se la meritano“.

Allora, quale consiglio dare ai giovani del Molise laureati o meno, che non trovano, non cercano o, peggio non vogliono un lavoro preferendo le macchinette e altri diversivi, anche  la droga?

Gaetano e Alberto non ci pensano due volte e sono consapevoli che il contesto molisano offre poche opportunità e limita la crescita professionale. “I nostri coetanei, ma anche i più grandi – spiegano – devono mettersi sempre in gioco, non pensare che la politica possa risolvere i problemi o dare un contentino ma ognuno deve fare leva sulle proprie risorse. Se non ci sono posti di lavoro, se le opportunità sono pari a zero, bisogna cercare altrove, soprattutto se ci sono le competenze. Non diciamo per forza a Milano o in Lombardia, basta guardarsi intorno e credere in quello che si fa. Solo allora, magari, anche a voi daranno i ticket restaurant” scherza alla fine Alberto. E come dargli torto al termine di un addio al celibato che si trasforma in un arrivederci al posto di lavoro.

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