Una nuova tragedia ha colpito mercoledì l’industria dell’abbigliamento low-cost del Bangladesh quando un palazzo alla periferia di Dacca è crollato causando almeno 159 morti e oltre mille feriti. Un bilancio cresciuto nel corso della notte e probabilmente ancora parziale, perché parecchie persone sono ancora intrappolate tra le macerie dell’edificio. Per il paese asiatico, serbatoio di mano d’opera abasso costo per le catene di abbigliamento europee e americane, è una delle più gravi sciagure che giunge a soli cinque mesi dal pauroso rogo della fabbrica di vestiti Tazreen Fashion Factory, nel distretto industriale di Ashulia costato la vita a 120 operai. Il moderno edificio di otto piani, chiamato Raza Plaza e situato nella zona industriale di Savar, a nord ovest della capitale, si è piegato su se stesso come un castello di carte, intrappolando centinaia di operai e impiegati. La tragedia è avvenuta verso le 9 del mattino quando i dipendenti erano già al lavoro dietro le macchine da cucire e i telai di cinque grandi aziende di abbigliamento che lavorano per l’esportazione in tutto il mondo, tra cui anche l’Italia. La scena è stata paragonata da un sopravvissuto a quella di un potente sisma. La struttura ha cominciato a cedere dall’alto e poi si è afflosciata al centro tra una nuvola di polvere.