I Cinque Stelle l’hanno chiesto fino all’ultimo. «Si voti Rodotà». E alla notizia che Napolitano ha sciolto la riserva accettando di candidarsi alla presidenza della Repubblica, la piazza esplode. Beppe Grillo urla al colpo di stato e parte per Roma, dove è atteso alle 19.30, per unirsi ai manifestanti che protestano davanti alla Camera.
«TUTTI IN PIAZZA» – Momenti concitati, dunque. In centinaia si accalcano in piazza Montecitorio, chiedendo l’elezione di Stefano Rodotà. Grillo invoca la mobilitazione di massa: «Io sto andando a Roma in camper. Ho terminato la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia e sto arrivando. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese». Poi su Twitter lancia l’hashtag #tuttiaroma. Un’iniziativa e parole che non piacciono a Roberto Maroni della Lega: «Le stesse cose di Grillo le dicevano Mussolini o Hitler. Il parlamento è la sede della democrazia».