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giovedì, Ottobre 9, 2025

Chiude la sede Telecom a Campobasso, i lavoratori scrivono alle Istituzioni

EvidenzaChiude la sede Telecom a Campobasso, i lavoratori scrivono alle Istituzioni

Con la presente vogliamo porre in evidenza alle S.V. Ill.me la condizione alla quale verrà sottoposta nei prossimi mesi la  Sede Telecom Italia di Campobasso.

 

In data 27 marzo c.a., a fronte di opinabili Accordi Sindacali, è stato attuato un Piano Aziendale di ristrutturazione riguardante, tra l’altro, una parte dei servizi di Telecom Italia e in special modo quelli relativi al Caring Services che prevede, entro Aprile 2014, la chiusura della sede di Campobasso con la conseguente messa in Mobilità di 42 lavoratori ai quali in alternativa è stata concessa la possibilità di trasferimento in altra Sede di Concentrazione (nello specifico a Napoli) o la possibilità di accettare una condizione di “telelavoro” da casa, senza alcun rimborso delle spese conseguenti.

 

La ristrutturazione riguarda un totale su territorio nazionale di 46 sedi, tra cui Campobasso, interessando ben 32.000 lavoratori per i quali è stato attuato anche un “ contratto  di solidarietà” – applicato in diversa misura secondo i livelli di professionalità e mansione – fino ad aprile 2015.

 

La finalità per la quale Telecom Italia ha avanzato e ottenuto tale Accordo, è legata alla paventata “societarizzazione” (di fatto la cessione di ramo d’azienda) della Divisione Caring Services, decisione questa che è stata evidentemente accolta con notevole rammarico da tutti i lavoratori che nel tempo hanno sempre più sviluppato un forte senso di appartenenza ad un’Azienda di spessore come Telecom Italia S.p.A., che ora si vedono letteralmente “scaricati” verso altre sociètà, sicuramente meno capaci di fornire garanzie salariali e occupazionali.

Parliamo quindi della cessione di un ramo di azienda fortemente voluta dal C.d.A. del gruppo Telecom Italia, riunitosi l’8 febbraio 2013, nel quale è stata anche approvata la distribuzione di un monte dividendi agli azionisti di 450 milioni di Euro all’anno per il triennio 2013-2015; Quindi il controsenso è che mentre si chiede per lo stesso periodo  una pesante “solidarietà” ai lavoratori, con gli stessi sacrifici  si prestabilisce per i prossimi anni una bella distribuzione  degli utili: Ciò vuol dire una chiara stima del buon andamento finanziario nel triennio.

 

Lo stesso Presidente di Telecom Italia SpA – Franco Bernabè ha commentato: “ il Gruppo è riuscito a conseguire nel 2012 un fatturato in crescita, confermando nel contempo una buona redditività, tra le maggiori del comparto anche grazie ai risultati del business domestico, che ha raggiunto tutti gli obiettivi dell’anno, ribadendo il ruolo di principale generatore di cash flow per il Gruppo”.

 

Alla luce dei fatti, non vogliamo credere che i famigerati termini di “spending review”, “ spread” e “crisi mondiale”, siano il paravento dietro cui nascondere oscure mosse finanziarie volte al profitto di pochi  e all’impoverimento di molti .

La chiusura degli Uffici di Campobasso è l’ennesimo passo indietro nell’economia della nostra Regione, già in passato depauperata di molti altri posti di lavoro, spostati in Regioni limitrofe senza che gli Organi Locali abbiano, in precedenza mosso obiezioni.

 

Non dobbiamo dimenticarci che Campobasso rimane pur sempre un Capoluogo di Regione e in quanto tale non può essere privato di Uffici e di competenze, laddove soprattutto questo si tramuti in impoverimento economico e demografico.

 

Telecom Italia occupa sul Territorio più sedi (Via Conte Rosso – Centrale Sud, Caring Services e CE Top – e Via IV Novembre – Centrale Nord, Open Access ) e pertanto riteniamo che con la conoscenza dello stato dei luoghi, si possa compattare  il personale in una delle due sedi esistenti fungendo questa (e non Napoli)  da “sede di concentrazione” oltre che unica del Capoluogo e in Molise ad ospitare il servizio di Caring: In questo modo si realizzerebbe la riduzione dei costi di affitto e gestione delle sedi, come previsto nel piano Aziendale e nel contempo operando un riassetto non invasivo  per i lavoratori.

 

Vogliamo altresì sottolineare che l’alternativa proposta con il telelavoro è discriminante dal momento che essa verrà accettata solo a fronte di un’attenta valutazione dei requisiti delle condizioni ambientali e di sicurezza che ciascun lavoratore potrà offrire nella propria abitazione, senza dimenticarci che alcuni di loro, avendo la residenza in Comuni non serviti da ADSL, sono già fuori dai giochi o posti nella condizione di affrontare spese di affitto locali presso località servite.

 

Si chiede nel contempo conferma delle voci secondo cui Telecom Italia si stia adoperando presso gli Enti Istituzionali locali delle altre Regioni perché si facciano carico di accogliere i lavoratori soggetti alla ristrutturazione, presso locali di cui si faranno carico delle spese di gestione che altrimenti graverebbero in maniera troppo invasiva – insieme alla già citata “solidarietà” – sulle spalle dei lavoratori – In tal modo si darebbe la possibilità agli stessi di continuare a lavorare senza mettere ulteriormente in gioco la propria sicurezza economica.

 

Ringraziando per la cortese attenzione rivolta alla nostra segnalazione e certi di un Vs. fattivo interessamento, ci è gradita l’occasione per inviare distinti  saluti.

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