Venerdì, alle ore 17, nei locali della biblioteca “Michele Romano”, si terrà un incontro dal titolo «1926, Isernia-Milano un giallo nella storia d’Italia». Interverranno: il docente di storia contemporanea Giuseppe Pardini, la psicologa Lucia Dragonetti e il professore dell’Università del Molise Giulio de Jorio Frisari. Si parlerà del “delitto Pettine”, un episodio di cronaca nera che, durante il periodo fascista, ebbe come protagonisti il gerarca Roberto Farinacci e il giovane Renzo Pettine, accusato di aver ucciso la matrigna. Renzo era figlio del regista cinematografico Giovanni Pettine, nativo di Isernia ma attivo a Milano. La matrigna era la signora Erminia Ferrari, il cui omicidio avvenuto a Milano nel febbraio 1926 è ancora oggi un mistero. Le indagini di polizia vennero probabilmente influenzate dal clima politico. Si sospettò subito del figliastro, che fu rinchiuso in un manicomio criminale. Eppure quell’assassinio poteva avere anche dei contorni diversi, perché la donna era a conoscenza di numerose notizie che riguardavano personalità del partito nazionale fascista. Sembra, infatti, che avesse annoverato tra i suoi amanti anche Roberto Farinacci e Cesare Rossi (implicato nel delitto Matteotti). Secondo la polizia dell’epoca, inoltre, l’ultimo che vide viva Erminia Ferrari fu Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito.