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martedì, Ottobre 7, 2025

Sanità, la UOC di cardiologia vascolare del Cardarelli verso la chiusura

AperturaSanità, la UOC di cardiologia vascolare del Cardarelli verso la chiusura

Stiamo assistendo in questi giorni ad una morte lenta e graduale del Sistema Sanitario Regionale pubblico. Purtroppo vista la situazione non ci sembrano adeguate altre parole per definire il Piano Sanitario approvato dal commissario Basso.

Con una semplice firma in calce ad un documento importante di programmazione sanitaria, assistiamo alla chiusura di tre ospedali pubblici ( Larino-Agnone-Venafro) e al forte ridimensionamento dei presidi di Isernia e Termoli. Naturalmente, il tutto a favore di cliniche private presenti sul territorio regionale.

La cosa più grave è che con questo Piano Sanitario il Molise diventerebbe l’unica regione a non avere, nel proprio capoluogo, quindi a Campobasso, un ospedale di rilievo nazionale ed un DEA di II livello (Pronto Soccorso attrezzato per tutti i tipi di emergenza).

Questo avverrà in ossequio ad un asserito risparmio che però si realizzerà, se il Piano sarà attuato, in uno strano sistema: la chiusura della U.O.C. di Chirurgia Vascolare pubblica, dotata di 8 posti letto, e l’apertura di una Chirurgia Vascolare privata convenzionata con 16 posti letto, presso la Fondazione Giovanni Paolo II, legata al Gemelli, e naturalmente 6 posti letto sempre privati convenzionati con la Neuromed (posti privati convenzionati a totale costo della Regione Molise).

Quindi la grande strategia di risparmio si concretizzerebbe con il tagliare 8 posti letto pubblici e aprirne 22 privati.

Quanto narrato è oggettivamente paradossale, ma non è tutto.

Queste strutture private, “ovviamente”, non sono dotate di Pronto Soccorso (costa troppo la gestione) e non sappiamo se Basso è a conoscenza della percentuale di pazienti trattati in urgenza presso il Cardarelli. Inoltre l’eventuale perdita di tempo per il trasferimento da un Pronto Soccorso pubblico ad una clinica privata per un paziente affetto da un’emergenza vascolare può significare LA MORTE.

Queste strutture private attualmente per le procedure più complesse e per le tecniche endovascolari (circa il 60% del lavoro di una Chirurgia Vascolare) utilizzano consulenze esterne (profumatamente pagate) che provengono dalla Lombardia e dal Lazio per quanto riguarda la Fondazione Giovanni Paolo II e dalla Campania per la Neuromed.

Una “dissezione dell’aorta toracica” o un “aneurisma rotto” non possono aspettare il viaggio dei consulenti.

Se si effettua un confronto del “case mix” di Chirurgia Vascolare (indice di complessità relativi alle procedure chirurgiche) del 2013 tra il Cardarelli, la Fondazione Giovanni Paolo II e la Neuromed, viene fuori che i casi più complessi vengono effettuati nel tanto odiato Ospedale pubblico.

Possiamo dimostrare senza difficoltà che è già successo di dover intervenire di notte per emergenze vascolari su pazienti ricoverati presso Chirurgie Vascolari private che in quegli orari non disponevano del personale necessario e competente ad affrontare l’intervento chirurgico richiesto dal caso.

Queste sono solo alcune considerazioni a cui aggiungeremo molte altre per far capire veramente cosa succede oggi in quelli che vengono definiti e premiati come “centri di eccelenza”, a tutto danno delle strutture pubbliche.

Oggi abbiamo un reparto di Chirurgia Vascolare pubblico che riesce ad affrontare tutte le patologie con tutte le tecniche più innovative, che nell’ultimo anno ha aumentato del 300% la propria attività (fonte Molise Dati). Rispetto a questa positiva situazione si decide, invece di rafforzarlo, di chiuderlo per favorire la nascita di centri privati.

A tutto ciò bisogna opporsi con tutti i mezzi, sia per un concetto di giustizia e ragionevolezza, ma anche per evitare il disastro della sanità pubblica.

Abbiamo già iniziato una raccolta di firme che in poche giorni ha visto la partecipazione convinta di tanti cittadini molisani che non vogliono e non devono essere considerati da parte delle strutture Commissariali dei cittadini dei serie “B”. Andremo avanti con la protesta e ci fermeremo solo quando avremo ampie rassicurazioni della bocciatura di un Piano che gioca onestamente al “ri” Basso.

Medici e personale Chirurgia Vascolare

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