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giovedì, Maggio 2, 2024

Tunisino picchiato a sangue: 7 anni di reclusione agli aggressori

QDTunisino picchiato a sangue: 7 anni di reclusione agli aggressori

di Manuela Iorio

Cinque anni fa era stato picchiato in un bar di Guglionesi per questioni di lavoro. Botte su botte, così violente che lo avevano spedito in coma. Al suo risveglio un danno neurologico irreversibile e l’invalidità. Saiffedine, un ragazzo tunisino, era stato colpito con calci e pugni, secondo il racconto dei testimoni, dal gestore del locale e dai suoi due fratelli. A Larino si è concluso il processo di primo grado e il giudice Mastronardi ha condannato Rosario e Michele Renzetti, il primo proprietario del bar, il secondo guardia penitenziaria, a sette anni di reclusione. L’altro fratello era stato prosciolto in sede di udienza preliminare. Il magistrato ha anche condannato a un anno per favoreggiamento due 40enni di Guglionesi, ascoltati come testimoni, e che in sede di processo hanno cambiato la versione dei fatti. Il Pm Luca Venturi aveva chiesto per i due imputati 6 anni di reclusione, ma il giudice ha deciso per una pena superiore di un anno non accettando le attenuanti generiche. Rosario e Michele Renzetti sono stati condannati anche al risarcimento dei danni, per il momento una provvisionale di 200mila euro. Era una domenica di cinque anni fa e Saifeddine che all’epoca aveva 31 anni si era recato nel bar dei Renzetti per farsi pagare 10 giornate di lavoro negli uliveti di proprietà della famiglia, ma di fronte al rifiuto il giovane, sentendosi preso in giro, si arrabbiò e con un calcio spaccò la vetrata del locale. I fratelli Renzetti reagirono pestandolo a sangue. Ebbe un’emorragia celebrale, a cui seguirono molti mesi di coma. Poi il risveglio e l’invalidità con una vita distrutta per sempre. Soddisfatto della sentenza l’avvocato di parte civile Giuseppe D’Urbano che ha sottolineato come è stato difficile ricostruire la verità. La difesa dei Renzetti, farà invece ricorso in appello.

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