Quatto anni e otto mesi con pena sospesa e ritiro della patente per sei mesi. Si è concluso così il processo, celebrato con il rito abbreviato dal tribunale di Roma, che vendeva come imputato un camionista di Macchiagodena difeso da Arturo Messere che è riuscito ad ottenere una notevole riduzione della pena rispetto a quella chiesta dalla pubblica accusa.
Era il 18 gennaio del 2012 quando Felice Noviello, che viaggiava verso Roma per effettuare una consegna, investì un’automobile ferma sulla corsia di emergenza per un controllo della Polizia sul Grande raccordo anulare. Sull’auto, una Citroen C1, viaggiavano cinque ragazzi. Tutti amici, due dei quali erano fidanzati tra di loro, di età compresa tra i 20 e i 23 anni. Matteo Giovannetti, Mattia Campianello, Arianna Gatti, Emilia Di Genova e Mario Ferruzzi stavano rincasando dopo una serata trascorsa in una sala bowling quando ricevettero dalla volante il segnale di accostare per un controllo. In quel momento si trovava a passare, proprio in quel punto, il camion guidato dal 30enne di Macchiagodena. Il mezzo pesante cambiò improvvisamente traiettoria e si schiantò contro l’utilitaria con a bordo i cinque ragazzi. Colpita anche l’auto della polizia, che si trovava parcheggiata davanti alla Citroen. Per i ragazzi non ci fu nulla da fare, mentre gli agenti riportarono ferite di lieve entità. Dai controlli risultò che l’autotrasportatore non aveva assunto né alcolici né stupefacenti. Nell’immediatezza dei fatti il conducente del mezzo pesante, in stato di choc, riferì di non ricordare nulla dell’accaduto.
Una sentenza, quella emessa dal tribunale, che non ha incontrato il favore dei genitori dei giovani presenti in aula. I parenti, al momento della lettura della sentenza, hanno espresso amarezza nei confronti di una condanna che hanno giudicato troppo leggera.
È pronto a proporre appello nei confronti della sentenza emessa dal Tribunale di Roma nei confronti del camionista dell’Isernino.
L’avvocato Arturo Messere, difensore dell’autotrasportatore di Macchiagodena, si dice pronto a tornare in aula. Nel corso del processo di primo grado, ora giunto a conclusione, l’avvocato Messere aveva sostenuto come tesi difensiva il fatto che se la volante della polizia stradale, a lampeggianti accesi, fosse stata posizionata davanti all’auto dei cinque giovani invece che essere posta dietro l’utilitaria l’incidente si sarebbe potuto evitare.
Inoltre, il legale ha deciso di proporre ricorso in appello per ottenere una riduzione della pena anche in conseguenza del fatto che all’autotrasportatore non è stata concessa l’attenuante del risarcimento che la società assicuratrice ha corrisposto alle famiglie.