La scoperta, ufficiale, nero su bianco, l’ha fatta la Filippi, ma da tempo, prima il Centrosinistra, in testa lo stesso Ugo De Vivo, poi il primo commissario, Tino Vardè, avevano parlato di “buchi neri” nelle casse del comune di Isernia. Tanto da far preoccupare tutti e provocare un ricorso al Tar della vecchia amministrazione Melogli che afferma, ancora oggi, che nelle casse del comune i soldi ci sono e non c’è alcun buco.
Giovedì, però, con una sua delibera, Vincenza Filippi, commissario prefettizio di Palazzo San Francesco, ha ufficializzato che il comune ha debiti per 1 milione e mezzo di euro e che non ha abbastanza liquidità per onorarli.
La prima a voler far chiarezza sembra essere proprio la stessa Commissaria prefettizia. Non a caso, ha convocato tutti gli ex dirigenti con poteri di spesa in servizio durante la precedente amministrazione di centrodestra. Nel corso dell’incontro avrebbe chiesto ad ognuno di loro di farle pervenire un dettagliato rapporto sui soldi spesi e sull’attività svolta presso il Comune. Intanto, la situazione debitoria creatasi a Palazzo San Francesco e l’oramai ennesimo e imminente aumento delle tasse comunali ha suscitato non poche reazioni, sia tra i cittadini che tra i politici. E questo sarà sicuramente uno dei temi al centro dell’attenzione anche nella campagna elettorale per le comunali. A questo punto è chiaro che il prossimo sindaco di Isernia si troverà di fronte a difficoltà di non poco conto. Dovrà, infatti, gestire un ente con pochi soldi in cassa e con tanti servizi da fornire alla cittadinanza. E, in tutto ciò, dovrà cercare di allentare la pressione fiscale, che pesa sempre più sui cittadini. Un’impresa titanica. In ogni caso nella giornata di ieri più di qualcuno ha cominciato a chiedersi il perché si sia arrivati a questa situazione. Ad esempio l’ex consigliere comunale e probabile candidato alle Primarie del centrosinsitra Carlo Veneziale. Su Facebook ha posto alcuni pesanti interrogativi. “Per poter affrontare la disastrosa situazione debitoria del Comune di Isernia, la dottoressa Filippi, Commissario Straordinario, è stata costretta a raschiare il fondo del barile, prevedendo l’innalzamento di tariffe ed imposte e tagliando molti servizi. Che cosa ha lasciato in eredità la precedente amministrazione? Se in 17 non si fossero dimessi si sarebbe arrivati a questo punto?”.