Partecipare, direttamente, “dal basso”. Non più solo elettori, ma protagonisti della vita pubblica di un Paese. Si chiama democrazia partecipativa o diretta, ed è una delle forme contemporanee dell’idea democratica. Che evolve con i tempi e le tecnologie. Così, accanto all’espressione rappresentativa, ne sorge una che non delega le decisioni al Parlamento, ma coinvolge attivamente i cittadini. Il voto non è più l’unico strumento, nella democrazia partecipativa il cittadino è chiamato alla formulazione di proposte e alla discussione di pensieri altrui per arrivare a una sintesi. Non nelle Camere, ma nelle case, per le strade e sulla Rete. Un orizzonte civile e politico che cattura lo sguardo. Ma forse non siamo ancora pronti per raggiungerlo.
Democrazia, Rete, opportunità, rischi. Se la “libertà è partecipazione”, allora otto milioni e mezzo di elettori a 5 Stelle potrebbero aver votato il Movimento di Beppe Grillo per un motivo preciso: contribuire direttamente alla vita democratica e parlamentare del Paese. Senza essere eletti, attraverso una connessione internet e una piattaforma condivisa. Grillo del resto ha ripetuto infinite volte che gli eletti M5s saranno solo dei “portavoce” dei cittadini. E al momento nessun’altra forza politica ha derogato al concetto di rappresentanza parlamentare. Ma è anche vero che le “parlamentarie” del MoVimento non sono state un modello di partecipazione di massa. 25mila partecipanti sono indubbiamente pochi, in confronto a mille altre iniziative sul web, e soprattutto in proporzione agli eletti in Parlamento.