Il presidente siriano Bashar al Assad rimarrà al suo posto fino al 2014 e potrà ripresentarsi anche candidato per le elezioni dell’anno prossimo. È questa la risposta che l’Iran, maggiore alleato di Damasco, ha dato oggi alle richieste di dimissioni da parte dei Paesi occidentali, proprio dopo che ieri sera Barack Obama e Vladimir Putin in una telefonata avevano insistito su «una transizione politica». E mentre infuria una battaglia tra ribelli e truppe governative al confine con l’Iraq che rischia di scatenare una escalation.
Fonti dei ribelli e un corrispondente di al Arabiya hanno denunciato che le forze irachene sono intervenute bombardando postazioni degli insorti anti Assad lungo la frontiera dopo che ieri un missile Scud e proiettili di mortaio erano caduti in territorio iracheno da oltre confine e oggi proiettili vaganti hanno ferito due cittadini iracheni. Secondo le fonti il bombardamento di elicotteri iracheni ha provocato sette morti e decine di feriti nel posto di frontiera di Yarobiya, dove da giorni miliziani anti-regime e forze lealiste si danno battaglia. Ma alcuni residenti e fonti militari irachene hanno smentito il bombardamento.