Il primo album che Domenica Bertè incide con il nome d’arte di Mia Martini nasce nel 1971 ed è già considerato uno fra gli album più espressivi della canzone d’autore dell’intero panorama musicale italiano. (cfr. il “Dizionario del pop rock”, che gli attribuisce ben 5 stelle, ossia la massima valutazione).
Cinque canzoni su dieci portano la firma di un quasi sconosciuto Claudio Baglioni, l’anno precedente a quello del grande successo di “Questo piccolo grande amore”. E proprio come gli stessi album di Baglioni (appunto “Questo piccolo grande amore” e “Gira che ti rigira amore bello”) è lo svolgimento di una storia – brano dopo brano – che termina con la canzone riassuntiva “Oltre la collina”. Anche Baglioni interpretò due canzoni: “Gesù è mio fratello” (ribattezzata “Gesù, caro fratello”, cantata in dialetto romanesco e con un altro testo ma pubblicata solo sei anni dopo sull’album “Solo”) e “Lacrime di marzo” (ovviamente nella versione maschile).
Due brani non fanno parte della storia citata e sono il primo di entrambi i lati del 33 giri: “Tesoro, ma è vero?” e “The lion sleeps tonight”.